Dott. GIOVANARDI prove efficacia agopuntura parte 1 - YouTube:
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Agopuntura & MTC-Omeomesoterapia Antalgica
dott.ssa R. de Paola Agopuntura e MTC- Biolo Headline Animator
sabato 22 febbraio 2014
lunedì 10 febbraio 2014
venerdì 7 febbraio 2014
giovedì 30 gennaio 2014
venerdì 24 gennaio 2014
martedì 14 gennaio 2014
giovedì 9 gennaio 2014
venerdì 20 dicembre 2013
mercoledì 20 novembre 2013
venerdì 15 novembre 2013
giovedì 7 novembre 2013
Agopuntura E Sindrome Climaterica In Donne Con Pregresso Cancro Al Seno: Uno Studio Controllato Non Randomizzato
Agopuntura E Sindrome Climaterica In Donne Con Pregresso Cancro Al Seno: Uno Studio Controllato Non Randomizzato
Luca Marinone, Arcangelo Cangialosi*
Lo scopo principale di questo lavoro è valutare la riduzione dei disturbi vasomotori (vampate di calore e sudorazioni notturne) dopo trattamento con agopuntura tradizionale cinese in donne in menopausa che hanno effettuato trattamenti per cancro al seno.
Previo consenso informato, sono state arruolate 20 donne con anamnesi positiva per neoplasia mammaria e senza evidenza di malattia metastatica al momento dell’arruolamento in studio. Nessuna delle donne arruolate ha mai effettuato agopuntura precedentemente.
In ordine temporale di arruolamento, le prime 10 donne sono state assegnate al gruppo “agopuntura vera” (agopuntura tradizionale cinese), mentre le successive 10 al gruppo di controllo (“sham agopuntura”). I 2 gruppi non differiscono né per l’età media né per le terapie oncologiche effettuate. La maggior parte delle donne è in ormonoterapia con tamoxifene.
Le sedute di agopuntura tradizionale cinese sono state effettuate 1 volta a settimana per 10 settimane consecutive e successivamente 1 volta al mese fino a 6 mesi totali dall’inizio del trattamento. Le sedute di “sham agopuntura” sono state effettuate 1 volta a settimana per 5 settimane consecutive. Dopo 5 settimane di “sham agopuntura”, il gruppo di controllo ha effettuato cross-over per ricevere agopuntura tradizionale cinese con le stesse modalità del gruppo “agopuntura vera”.
Gli aghi una volta posizionati sono rimasti in sede per 25 minuti. La valutazione dei risultati è stata effettuata facendo compilare alle pazienti 2 specifici questionari a tempi prestabiliti (scala climaterica di Greene, diario settimanale su numero ed intensità delle vampate di calore).
Il trattamento “agopuntura vera” prevede agopuntura somatica ed auricolare secondo il seguente protocollo: agopunti (sempre posizionati) sono 6SP e 4CV; agopunti (da associare in base alla diagnosi secondo i criteri della medicina tradizionale cinese) sono 2KI, 6KI, 3LR, 17CV, 6PC, 6Ht, 7Ht, 20GB, 20GV, Shenmenauricolare. Il trattamento “sham agopuntura” prevede l’utilizzo di aghi a punta smussa dotati di supporto, che garantiscono una lieve stimolazione senza penetrazione cutanea.
I risultati osservati sono di seguito riportati, premesso che al tempo dell’arruolamento in studio (t0) non è stata osservata alcuna differenza statisticamente significativa riguardo ai sintomi vasomotori tra i 2 gruppi.
Il quadro clinico predominante secondo i criteri della medicina tradizionale cinese è stato quello della “disarmonia tra Cuore e Rene” e gli agopunti più utilizzati sono stati 2KI, 6Ht, 6PC, 17CV, Shenmen auricolare (oltre a 6SP e 4CV).
Dopo 5 settimane di trattamento, nel gruppo “agopuntura vera” l’80% dei casi ha avuto una riduzione dei sintomi vasomotori superiore al 30% rispetto all’inizio del trattamento, mentre nel gruppo “sham agopuntura” soltanto il 20% dei casi ha riportato tali benefici (differenza statisticamente significativa, valore p del test esatto di Fisher a 2 code = 0,023). Inoltre nel gruppo “sham agopuntura”, 5 settimane dopo cross-over per ricevere agopuntura tradizionale cinese, le donne che hanno riferito una riduzione superiore al 30% dei disturbi vasomotori hanno raggiunto il 70% dei casi.
In particolare dopo 5 settimane di trattamento, nel gruppo “agopuntura vera” si è osservata una riduzione statisticamente significativa del numero di vampate di calore (test Wilcoxon-Mann-Whitney, valore p = 0.0015). Tale risultato è imputabile ad una riduzione statisticamente significativa delle vampate di intensità severa/molto severa (valore p del test esatto di Fisher < 0,0001).
Infine dopo agopuntura tradizionale cinese si è osservato un miglioramento del riposo notturno, oltre alla riduzione dei disturbi vasomotori. Tali benefici sembrano mantenersi per tutto il periodo di osservazione (6 mesi), a patto che vengano effettuate le sedute mensili di mantenimento.
Non vi sono stati effetti collaterali correlati al trattamento con agopuntura.
POSSIBILE CORRISPONDENZA SOMATICA DEL RECUPERO ENERGETCO IN UN PAZIENTE TRATTATO CON ADDOMINOAGOPUNTURA
POSSIBILE CORRISPONDENZA SOMATICA DEL RECUPERO ENERGETCO IN UN PAZIENTE TRATTATO CON ADDOMINOAGOPUNTURA
Uomo di 72 anni si è rivolto al nostro ambulatorio con un quadro clinico caratterizzato da dolore cronico in sede sacroiliaca bilaterale (prevalente a destra), gonalgia destra e saltuariamente debolezza agli arti inferiori, tono dell’umore progressivamente in peggioramento, distacco emotivo dalle attività quotidiane e familiari (in assenza di patologie neurologiche obiettivabili).
APR. frattura tibia destra trattata con osteosintesi nel 1990. Non riferisce patologie di rilievo e non assume farmaci specifici a domicilio.
APP. Da circa cinque anni comparsa di dolore a livello dell’anca sinistra, dopo due anni anche controlateralmente con irradiazione fino al ginocchio destro (senza distribuzione dermatomerica) che riferiva instabile e con presenza di parestesie. In quell’occasione aveva assunto Celecoxib (400mg/die) e Paracetamolo (1000mg/die) ed avendo rifiutato ciclo di mesoterapia, era stato sottoposto a ciclo di TENS e Laser lombosacrali con riduzione del dolore del 60% . A gennaio 2013 torna alla nostra osservazione per riacutizzazione della sintomatologia riferendo un dolore persistente a livello lombosacrale destro con gonalgia omolaterale e debolezza agli arti inferiori. Il tono dell’umore tendenzialmente e progressivamente depresso, mancanza di interesse verso il mondo che lo circonda, apatia.
EO: Laségue negativo, processi spinosi lombari L2-L3 e sacrali dolorabili alla digitopressione, contrattura paravertebrale lombare, assenza di dermalgie e punti “trigger”, dolorabilità diffusa in sede iliaca bilateralmente, forami sacrali negativi. Da segnalare mani e piedi ipotermici e in assenza di problematiche vascolari.
Esami diagnostici. RX rachide dorsale: lieve riduzione d’altezza del muro anteriore D11-D12 su base osteoporotico-artrosica, irregolarità margino-somatiche osteofitosiche. RX lombosacrale: artrosi interapofisarie L3-S1 con severa riduzione dei forami di coniugazione, riduzione di ampiezza degli spazi intersomatici L3-L4 e L4-L5. RX bacino: modica sclerosi dei tetti acetabolari con interlinea coxo-femorale conservata.
Trattamento. Paracetamolo 1000mg/die, Celecoxib (400mg/die per 5 giorni, poi 200mg/die per 10 giorni; quindi 200mg al bisogno). E’ stato sottoposto a 9 sedute di agopuntura addominale secondo lo schema classico (le prime 3 a cadenza quotidiana, 3 a cadenza settimanale e 3 a cadenza mensile). I punti scelti sono stati i seguenti: CV12, CV10, CV9, CV6, CV4, ST26 bilaterale (non presente nell’immagine), Bo7 bilaterale. E’ stata associata inoltre auricoloterapia (inizialmente con semi di vaccaria e poi con aghi a semipermanenza Pyonex verdi) fin dalla prima seduta di agopuntura addominale nei seguenti punti: nel padiglione sinistro “triade relax” (Shenmen, Punto Maestro Sensoriale, corpo calloso), nel padiglione destro corpo calloso, punto aggressività, punto parasimpatico (porzione mediale solco anti-tragale), punti nella zona lombare dell’antelice, punto Darwin (punto maestro arti inferiori).
Outcome. Già alla prima seduta il paziente presenta aumento della temperatura cutanea a livello di mani e piedi con sensazione soggettiva di estremità calde, anche se per ben quattro sedute non riferisce miglioramenti sostanziali del quadro clinico. Dalla quinta seduta comparsa di alone eritematoso attorno a tutti gli aghi sui punti addominali. Alla sesta seduta compare accentuazione di una stria cutanea inizialmente appena evidente, con le caratteristiche di un dermografismo rosso che permaneva fino a fine seduta e a domicilio per alcune ore. Tale stria era posizionata grossomodo parallelamente e poco al di sopra del Meridiano Meraviglioso Dai Mai e intersecava i meridiani di fegato e vescicola biliare tra GB25 e GB26 (vedi figura 1). Da allora il paziente ha presentato un significativo miglioramento del tono dell’umore e della qualità di vita, con maggiore attività dal punto di vista motorio ed intellettivo, interesse verso attività di vario genere in ambito familiare ed extra-familiare. Tale beneficio si è mantenuto fino alla fine del ciclo e si è protratto per almeno tre mesi. Il dolore lombosacrale però non si era modificato anche se alla fine di ogni seduta il paziente presentava miglioramento evidente dell’agilità nei movimenti e della rigidità articolare.
Discussione. Il caso clinico presenta rilevanza clinica soprattutto per la correlazione dimostrata tra i reperti a livello cutaneo (alone eritematoso a livello degli aghi infissi e la stria di dermografismo) e le modificazioni a livello di tono dell’umore e psichico. Mentre generalmente l’auricoloterapia e l’agopuntura addominale presentano un’efficacia sul dolore in tempi rapidissimi, in questo caso non si sono evidenziati benefici sul dolore ma solo modificazioni sul tono dell’umore che si sono manifestate in tempi più lunghi e si sono mantenute a lungo. Il recupero energetico attivato dalla stimolazione dei punti di Vaso Concezione (in particolare CV4 e CV 12) associata, a livello somatico, da una reattività cutanea accentuata, potrebbe correlarsi anche al coinvolgimento del Dai Mai, interessato anch’esso nelle problematiche di tipo psichico (astenia da esaurimento psico-fisico). Questo fenomeno potrebbe essere spiegato secondo la MTC dal fatto che nella circolazione dell’energia, i meridiani curiosi rappresentano dei bacini di deposito, in grado di intervenire sia a sostegno dei deficit che nell’assorbimento degli eccessi; dal punto di vista riflesso terapico invece la stimolazione nel caso in esame dei punti, in particolare da T8 a T11, produce un’ attivazione spinale con corrispondenza dermatomatomerica. L’agopuntura addominale è una tecnica che prevede l’infissione degli aghi a varia profondità, in questo caso, come si vede nell’immagine di Fig.1,
APR. frattura tibia destra trattata con osteosintesi nel 1990. Non riferisce patologie di rilievo e non assume farmaci specifici a domicilio.
APP. Da circa cinque anni comparsa di dolore a livello dell’anca sinistra, dopo due anni anche controlateralmente con irradiazione fino al ginocchio destro (senza distribuzione dermatomerica) che riferiva instabile e con presenza di parestesie. In quell’occasione aveva assunto Celecoxib (400mg/die) e Paracetamolo (1000mg/die) ed avendo rifiutato ciclo di mesoterapia, era stato sottoposto a ciclo di TENS e Laser lombosacrali con riduzione del dolore del 60% . A gennaio 2013 torna alla nostra osservazione per riacutizzazione della sintomatologia riferendo un dolore persistente a livello lombosacrale destro con gonalgia omolaterale e debolezza agli arti inferiori. Il tono dell’umore tendenzialmente e progressivamente depresso, mancanza di interesse verso il mondo che lo circonda, apatia.
EO: Laségue negativo, processi spinosi lombari L2-L3 e sacrali dolorabili alla digitopressione, contrattura paravertebrale lombare, assenza di dermalgie e punti “trigger”, dolorabilità diffusa in sede iliaca bilateralmente, forami sacrali negativi. Da segnalare mani e piedi ipotermici e in assenza di problematiche vascolari.
Esami diagnostici. RX rachide dorsale: lieve riduzione d’altezza del muro anteriore D11-D12 su base osteoporotico-artrosica, irregolarità margino-somatiche osteofitosiche. RX lombosacrale: artrosi interapofisarie L3-S1 con severa riduzione dei forami di coniugazione, riduzione di ampiezza degli spazi intersomatici L3-L4 e L4-L5. RX bacino: modica sclerosi dei tetti acetabolari con interlinea coxo-femorale conservata.
Trattamento. Paracetamolo 1000mg/die, Celecoxib (400mg/die per 5 giorni, poi 200mg/die per 10 giorni; quindi 200mg al bisogno). E’ stato sottoposto a 9 sedute di agopuntura addominale secondo lo schema classico (le prime 3 a cadenza quotidiana, 3 a cadenza settimanale e 3 a cadenza mensile). I punti scelti sono stati i seguenti: CV12, CV10, CV9, CV6, CV4, ST26 bilaterale (non presente nell’immagine), Bo7 bilaterale. E’ stata associata inoltre auricoloterapia (inizialmente con semi di vaccaria e poi con aghi a semipermanenza Pyonex verdi) fin dalla prima seduta di agopuntura addominale nei seguenti punti: nel padiglione sinistro “triade relax” (Shenmen, Punto Maestro Sensoriale, corpo calloso), nel padiglione destro corpo calloso, punto aggressività, punto parasimpatico (porzione mediale solco anti-tragale), punti nella zona lombare dell’antelice, punto Darwin (punto maestro arti inferiori).
Outcome. Già alla prima seduta il paziente presenta aumento della temperatura cutanea a livello di mani e piedi con sensazione soggettiva di estremità calde, anche se per ben quattro sedute non riferisce miglioramenti sostanziali del quadro clinico. Dalla quinta seduta comparsa di alone eritematoso attorno a tutti gli aghi sui punti addominali. Alla sesta seduta compare accentuazione di una stria cutanea inizialmente appena evidente, con le caratteristiche di un dermografismo rosso che permaneva fino a fine seduta e a domicilio per alcune ore. Tale stria era posizionata grossomodo parallelamente e poco al di sopra del Meridiano Meraviglioso Dai Mai e intersecava i meridiani di fegato e vescicola biliare tra GB25 e GB26 (vedi figura 1). Da allora il paziente ha presentato un significativo miglioramento del tono dell’umore e della qualità di vita, con maggiore attività dal punto di vista motorio ed intellettivo, interesse verso attività di vario genere in ambito familiare ed extra-familiare. Tale beneficio si è mantenuto fino alla fine del ciclo e si è protratto per almeno tre mesi. Il dolore lombosacrale però non si era modificato anche se alla fine di ogni seduta il paziente presentava miglioramento evidente dell’agilità nei movimenti e della rigidità articolare.
Discussione. Il caso clinico presenta rilevanza clinica soprattutto per la correlazione dimostrata tra i reperti a livello cutaneo (alone eritematoso a livello degli aghi infissi e la stria di dermografismo) e le modificazioni a livello di tono dell’umore e psichico. Mentre generalmente l’auricoloterapia e l’agopuntura addominale presentano un’efficacia sul dolore in tempi rapidissimi, in questo caso non si sono evidenziati benefici sul dolore ma solo modificazioni sul tono dell’umore che si sono manifestate in tempi più lunghi e si sono mantenute a lungo. Il recupero energetico attivato dalla stimolazione dei punti di Vaso Concezione (in particolare CV4 e CV 12) associata, a livello somatico, da una reattività cutanea accentuata, potrebbe correlarsi anche al coinvolgimento del Dai Mai, interessato anch’esso nelle problematiche di tipo psichico (astenia da esaurimento psico-fisico). Questo fenomeno potrebbe essere spiegato secondo la MTC dal fatto che nella circolazione dell’energia, i meridiani curiosi rappresentano dei bacini di deposito, in grado di intervenire sia a sostegno dei deficit che nell’assorbimento degli eccessi; dal punto di vista riflesso terapico invece la stimolazione nel caso in esame dei punti, in particolare da T8 a T11, produce un’ attivazione spinale con corrispondenza dermatomatomerica. L’agopuntura addominale è una tecnica che prevede l’infissione degli aghi a varia profondità, in questo caso, come si vede nell’immagine di Fig.1,
gli aghi sono stati infissi tutti profondi, con attivazione quindi sia dei meccanorecettori cutanei ad alta soglia e lento adattamento che dei fusi neuromuscolari, con elicitazione di dolore epicritico e sensazione di “irritazione” ad ogni infissione, il che potrebbe aver dato origine ad una serie di riflessi somato-simpatici e somato-parasimpatici esitati appunto nella stria cutanea, ma solo dopo un adeguato recupero energetico.
A cura di: Anna Poggi, Rossana Dezzoni, Barbara Ceppi
UN INSIEME TERAPEUTICO CONTRO LA DECADENZA DELLA MENTE
Come è noto le “ricette”agopunturistiche non sono presenti solo nelle tecniche riflessoterapiche occidentali ma sono pure presenti nella Medicina classica Cinese. Scrivo Medicina classica cinese per intendere quel corpo dottrinario che possiamo datare a partire dal periodo Han (III secolo prima di Cristo), che si è evoluto nel corso dei secoli e che ha visto probabilmente il suo massimo fulgore nel periodo Ming.
Fra le diverse ricette spesso tramandate oralmente ve ne una che sto utilizzando da qualche anno è che è in relazione ai “disturbi della memoria” in generale e dell’ anziano in particolare. La sto utilizzando da alcuni anni particolarmente sui soggetto “over” 75 con l’intento di prevenire lo sviluppo della “demenza senile” che ha nei disturbi della memoria uno dei sintomi più evidenti e significativi.
Il campione utilizzato (una decina di pazienti) è, ovviamente, troppo esiguo per qualsiasi affermazione. Rimane il fatto che per il momento nessuno dei soggetti seguiti mostra segni evidenti di decadimento importante delle funzioni cerebrali. Chiedo quindi a tutti voi che avete genitori o pazienti “over” 75, anche con segni iniziali di Alzheimer, di utilizzare almeno 2 volte al mese questa sequenza classica per un periodo sufficientemente lungo (10 sedute 2 volte al mese) particolarmente nel periodo Marzo- Maggio e settembre – Novembre. Questo a scopo preventivo. A scopo terapeutico nelle forme iniziali di demenza senile utilizzare continuativamente. La sequenza è la seguente:
ST 41 (Jie Xi), St 40 (Feng Long), CV 12 (Zhong Wan), CV 17 (Shan Zhong), St 8 (tou Wei), PC 6 (Nei Guan).
Questa ricetta è basata prevalentemente su punti che trattano lo Stomaco che nella tradizione è in particolare relazione non solo con il cibo ma anche con la capacità di assimilare tutto ciò che riceviamo dall’ esterno.
Mi pare interessante e comunque da verificare. Per questo chiedo la collaborazione di tutti gli interessati.
Fra le diverse ricette spesso tramandate oralmente ve ne una che sto utilizzando da qualche anno è che è in relazione ai “disturbi della memoria” in generale e dell’ anziano in particolare. La sto utilizzando da alcuni anni particolarmente sui soggetto “over” 75 con l’intento di prevenire lo sviluppo della “demenza senile” che ha nei disturbi della memoria uno dei sintomi più evidenti e significativi.
Il campione utilizzato (una decina di pazienti) è, ovviamente, troppo esiguo per qualsiasi affermazione. Rimane il fatto che per il momento nessuno dei soggetti seguiti mostra segni evidenti di decadimento importante delle funzioni cerebrali. Chiedo quindi a tutti voi che avete genitori o pazienti “over” 75, anche con segni iniziali di Alzheimer, di utilizzare almeno 2 volte al mese questa sequenza classica per un periodo sufficientemente lungo (10 sedute 2 volte al mese) particolarmente nel periodo Marzo- Maggio e settembre – Novembre. Questo a scopo preventivo. A scopo terapeutico nelle forme iniziali di demenza senile utilizzare continuativamente. La sequenza è la seguente:
ST 41 (Jie Xi), St 40 (Feng Long), CV 12 (Zhong Wan), CV 17 (Shan Zhong), St 8 (tou Wei), PC 6 (Nei Guan).
Questa ricetta è basata prevalentemente su punti che trattano lo Stomaco che nella tradizione è in particolare relazione non solo con il cibo ma anche con la capacità di assimilare tutto ciò che riceviamo dall’ esterno.
Mi pare interessante e comunque da verificare. Per questo chiedo la collaborazione di tutti gli interessati.
A cura di:Maurizio Corradin
Altri 3 CASI DI DISTURBI CAUSATI DA UN CAMPO PERTURBANTE DENTALE (TRATTI DA”CAMPI DI DISTURBO DENTALI CHE INTERFERENDO COL SISTEMA NEUROGETATIVO CAUSANO MALATTIE” – DI ERNEST ADLER)
Altri 3 CASI DI DISTURBI CAUSATI DA UN CAMPO PERTURBANTE DENTALE (TRATTI DA”CAMPI DI DISTURBO DENTALI CHE INTERFERENDO COL SISTEMA NEUROGETATIVO CAUSANO MALATTIE” – DI ERNEST ADLER)
* M.S.B., donna. Dolori di tipo reumatico, in particolare alla colonna cervicale, per i quali era stato prescritto ogni possibile farmaco, senza alcun risultato. La paziente riferisce che un dente del giudizio le dava fastidio alla mascella, dente che fu estratto, nonostante fosse posizionato correttamente e apparentemente non dava alcun fastidio. Già dal giorno successivo tutti i dolori erano scomparsi. Va segnalato che in precedenza erano stati tolti i denti devitalizzati, curato le carie, e tolto tutti i metalli, senza alcun risultato sul dolore.
A.F., donna di 35 anni, cuoca a Barcellona. Affetta da un “eczema”, considerato incurabile dai vari specialisti interpellati. L’ortopanoramica (vedi fig. 1) rivelò 3 problemi dentali l’uno vicino all’altro, un dente del giudizio storto che faceva pressione sul secondo molare, che era stato devitalizzato ma che era affetto da un’infezione. Intorno a questi due denti, inoltre, vi era un’osteite. I due denti sono stati estratti e la zona circostante pulita con curettage. In pochi giorni la dermatite scomparve.
M.A.R., donna imprenditrice di Lloret de Mar. Da molti anni con “eczema” alle mani, trattata senza grandi risultati con pomate cortisoniche. L’ortopanoramica mostra 4 denti del giudizio con problemi di spazio. L’estrazione del dente a sinistra, che sembrava maggiormente “disturbante” dava un buon miglioramento durato circa un anno; dopo un anno i disturbi alle mani si ripresentavano: nuova estrazione del dente del giudizio dal lato opposto, con buon risultato.
CONCLUSIONI DEL CURATORE. Questi ulteriori 3 casi, dopo i precedenti 3 casi già segnalati in una precedente Newsletter (maggio 2013), tratti da un testo che tratta in totale di 100 casi similari, confermano l’importanza dei denti del giudizio nel causare disturbi cronici a distanza, e della potenzialità terapeutica dell’estrazione di questi denti. Questa tesi è sostenuta soprattutto dai neuralterapeuti tedeschi, dei quali Ernest Adler è uno dei maggiori rappresentanti.
Da: Adler E. Campi di disturbo dentali che interferendo col sistema neurovegetativo causano malattie. 1976
Traduzione in italiano di Lorenzo Acerra
Traduzione in italiano di Lorenzo Acerra
Per maggiori informazioni:clicca qui. www.medicinenon.it/tutte-le-terapie-falliscono-valutazioni-sui-denti-del-giudizio
A cura di Paolo Barbagli
RUOLO DELL’AGOPUNTURA CONTROLATERALE NELLA TERAPIA INTEGRATA: TRATTAMENTO DI UN CASO DI ALLODINIA DA ERNIA DISCALE CERVICALE.
RUOLO DELL’AGOPUNTURA CONTROLATERALE NELLA TERAPIA INTEGRATA: TRATTAMENTO DI UN CASO DI ALLODINIA DA ERNIA DISCALE CERVICALE.
La stimolazione con agopuntura controlaterale è utilizzata per evitare gli episodi di forte riacutizzazione del dolore che con la stimolazione omolaterale in pazienti portatori di dolore acuto e cronico neuropatico. Ciò che consiglia l’impiego della tecnica controlaterale è la presenza dell’allodinia , che può essere presente sia in un quadro di dolore acuto infiammatorio – neurogeno, come il conflitto disco-radicolare, che nel caso di un dolore neuropatico come la nevralgia posterpetica.
I principali meccanismi che sono chiamati in causa per spiegare l’effetto terapeutico della stimolazione controlaterale, sono: la presenza di proiezioni bilaterali periferiche e sprouting transmediano a livello del midollo spinale (1), la comunicazione bilaterale della parte destra e sinistra attraverso interneuroni commisurali (2), l’attivazione delle aree centrali specifiche (3)
La scopo della presentazione di questo caso clinico è quello di confermare il concetto che la stimolazione controlaterale è efficace per il trattamento antalgico limitando la presenza d’allodinia ed i fenomeni di riacutizzazione.
Caso clinico: Paziente maschio di 38 anni, anamnesi negativa per patologie pregresse, non assume farmaci, è giunto alla nostra attenzione per il perdurare di una sintomatologia dolorosa all’arto superiore sinistro per esiti di ernia cervicale a livello C4-C5.
L’episodio acuto era insorto 25 giorni prima, con dolore al braccio ed irradiazione radicolare, senza deficit motori. Ha effettuato una consulenza col neurochirurgo che consigliava terapia medica e trattamento antalgico. Il paziente è stato trattato con: pregabalin 75 mg due volte al giorno, tachidol 1 cp tre volte al giorno, insieme a sedute settimanali di mesoterapia con cocktail nono noto, elettrostimolazione omolaterale e l’ausilio di collare cervicale. Tale trattamento non ha portato sollievo del dolore e soprattutto rimaneva l’area d’allodinia a livello del deltoide con lieve impotenza funzionale.
Il nostro trattamento è stato il seguente: riduzione del pregabalin progressivo da sospendere in 5 giorni, assunzione d’amitriptilina da tre gocce da aumentare progressivamente fino a 10 alla sera. Sedute settimanali di mesoterapia con 30 mg di lidocaina insieme a 30 mg di ketorolac in un volume di 10 ml iniettato a livello cervicale e sull’irradiazione del dolore. Infiltrazione con 1,5 ml di lidocaina allo 0.5 % di tre punti trigger del trapezio, sovraspinato e sottospinato omolaterali.
I principali meccanismi che sono chiamati in causa per spiegare l’effetto terapeutico della stimolazione controlaterale, sono: la presenza di proiezioni bilaterali periferiche e sprouting transmediano a livello del midollo spinale (1), la comunicazione bilaterale della parte destra e sinistra attraverso interneuroni commisurali (2), l’attivazione delle aree centrali specifiche (3)
La scopo della presentazione di questo caso clinico è quello di confermare il concetto che la stimolazione controlaterale è efficace per il trattamento antalgico limitando la presenza d’allodinia ed i fenomeni di riacutizzazione.
Caso clinico: Paziente maschio di 38 anni, anamnesi negativa per patologie pregresse, non assume farmaci, è giunto alla nostra attenzione per il perdurare di una sintomatologia dolorosa all’arto superiore sinistro per esiti di ernia cervicale a livello C4-C5.
L’episodio acuto era insorto 25 giorni prima, con dolore al braccio ed irradiazione radicolare, senza deficit motori. Ha effettuato una consulenza col neurochirurgo che consigliava terapia medica e trattamento antalgico. Il paziente è stato trattato con: pregabalin 75 mg due volte al giorno, tachidol 1 cp tre volte al giorno, insieme a sedute settimanali di mesoterapia con cocktail nono noto, elettrostimolazione omolaterale e l’ausilio di collare cervicale. Tale trattamento non ha portato sollievo del dolore e soprattutto rimaneva l’area d’allodinia a livello del deltoide con lieve impotenza funzionale.
Il nostro trattamento è stato il seguente: riduzione del pregabalin progressivo da sospendere in 5 giorni, assunzione d’amitriptilina da tre gocce da aumentare progressivamente fino a 10 alla sera. Sedute settimanali di mesoterapia con 30 mg di lidocaina insieme a 30 mg di ketorolac in un volume di 10 ml iniettato a livello cervicale e sull’irradiazione del dolore. Infiltrazione con 1,5 ml di lidocaina allo 0.5 % di tre punti trigger del trapezio, sovraspinato e sottospinato omolaterali.
Elettroagopuntura controlaterale metamerica su due coppie di punti: 14 TM – 21 VB e 14 GI – 5 TR stimolati a 5 Hz ed intensità crescente a livello appena sotto la soglia del dolore, le sedute duravano 30 minuti con frequenza di due volte alla settimana per due settimane e poi 1 volta alla settimana.
Il decorso è stato favorevole, dopo la prima seduta, il paziente ha smesso di portare il collare cervicale è riferiva già un miglioramento del 50 % della sintomatologia, in particolare l’area d’allodinia risultava ora intermittente e solamento dopo sollecitazione meccanica. Sono state effettuate in totale 4 sedute di mesoterapia e 6 sedute di agopuntura con risoluzione completa del quadro clinico.
Tale risultato sottolinea l’importanza per questa tipologia di dolore di una terapia integrata con più tecniche. L’elettroagopuntura controlaterale è risultata essenziale per evitare l’iperpatia e per un controllo più efficace dell’allodinia.
A nostro avviso la stimolazione controlaterale è stata fondamentale per la risoluzione di questo caso clinico, ma per poter essere raccomandata nell’uso terapeutico è necessario che vi sua una maggiore implementazione della tecnica per rafforzarne l’evidenza clinica.
A nostro avviso la stimolazione controlaterale è stata fondamentale per la risoluzione di questo caso clinico, ma per poter essere raccomandata nell’uso terapeutico è necessario che vi sua una maggiore implementazione della tecnica per rafforzarne l’evidenza clinica.
Bibliografia
1) N. Shenker, R. Haigh, E. Roberts A review of contralateral responses to a unilateral
inflammatory lesion. Rheumatology 2003;42:1279–1286
2) Martin Koltzenburga, Patrick D. Wallb, Stephen B. McMaho: Does the right side know what the left is doing? Trends in Neurosciences, 1999, 22: 122-127
3) Ming Yi, Haolin Zhang, Lixing Lao, Guo-Gang Xing, You Wan: Anterior cingulate cortex is crucial for contra- but not ipsi-lateral electro-acupuncture in the formalin-induced inflammatory pain model of rats. Molecular Pain 2011, 7:61
inflammatory lesion. Rheumatology 2003;42:1279–1286
2) Martin Koltzenburga, Patrick D. Wallb, Stephen B. McMaho: Does the right side know what the left is doing? Trends in Neurosciences, 1999, 22: 122-127
3) Ming Yi, Haolin Zhang, Lixing Lao, Guo-Gang Xing, You Wan: Anterior cingulate cortex is crucial for contra- but not ipsi-lateral electro-acupuncture in the formalin-induced inflammatory pain model of rats. Molecular Pain 2011, 7:61
a cura di: Giuseppe Gagliardi
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- Medico-Chirurgo ,diplomata in Agopuntura e MTC , Esperta in Omeomesoterapia Antalgica ed Estetica