Agopuntura & MTC-Omeomesoterapia Antalgica
dott.ssa R. de Paola Agopuntura e MTC- Biolo Headline Animator
lunedì 4 maggio 2009
RELAZIONE AL CONSIGLIO NAZIONALE
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Roma 17 Aprile 2009
Premessa
L’odierno Consiglio Nazionale fa seguito al rinnovo del Comitato Centrale
per il triennio 2009-2011 e rappresento il comune sentire dei colleghi neoeletti e
riconfermati nel rivolgere un ringraziamento a quanti ci hanno investito della
loro fiducia.
Con altrettanta sincerità, interpretando un sentire ugualmente condiviso,
ringrazio quei Colleghi che, presentando una lista ed un progetto professionale
concorrente, hanno animato ed arricchito l’ultima competizione elettorale.
Presto avrete dimestichezza con il nuovo Segretario della Federazione e
Presidente dell’Ordine di Napoli, dott. Gabriele Peperoni e con il nuovo
Tesoriere nonché presidente CAO di Avellino, dott. Raffaele Iandolo, entrambi
sono già del tutto inseriti nelle loro funzioni istituzionali e oggi chiamati ad
esercitarle nell’autorevolezza di questa assemblea dei Presidenti .
A nessuno di noi sfugge la particolare importanza di questo Consiglio
Nazionale considerato che l’ordine del giorno prevede la presentazione e
l’approvazione del bilancio di previsione, ovvero il documento economico
finanziario con il quale il nuovo Comitato Centrale intende sostenere quel
progetto di gestione della Federazione e quelle iniziative di politiche
professionali, così come indicato nel programma premiato dal consenso
maggioritario nel confronto elettorale.
Non entro nel merito tecnico del bilancio preventivo ma non posso nè voglio
sottrarmi alle responsabilità di dichiarare in modo esplicito alcune scelte che
hanno informato la stesura del documento, sottolineandone gli obiettivi più
qualificanti.
1) Il preconsuntivo 2008, basato su dati molto prossimi a quelli definitivi,
conferma un trend complessivo di spese correnti inferiori alle entrate
correnti testimoniando l’efficienza di quel rigoroso controllo delle uscite
avviato tre anni fa. Questa struttura della spesa fa prevedere, salvo
diverse scelte normative sulla possibilità di differenziare le quote o altre
contingenze impreviste, una sostanziale sufficienza e stabilità degli attuali
importi a carico degli Ordini per il triennio 2009-2011.
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2) Il sostanzioso avanzo di amministrazione, di poco superiore ai 3 milioni
di euro, è il polmone economico - finanziario della Federazione; ci
consente infatti di non avere sofferenze di cassa stante il flusso incostante
delle rimesse dagli Ordini provinciali ma soprattutto ci permette di
ragionare in prospettiva medio lunga, non costretti da contingenze, su
alcune questioni: una su tutte la disponibilità di una sede più adeguata
all’immagine ed ai nuovi concreti impegni della Federazione. Contiamo
di sottoporre ad un prossimo Consiglio Nazionale un dossier sulle varie
ipotesi percorribili perché possa assumere decisioni in merito.
3) Sono state individuate ulteriori risorse per supportare i nostri Ordini
piccoli e medi, nel raggiungere e mantenere determinati standards di
servizi (tutele assicurative e legali, informatizzazione delle anagrafiche e
delle procedure amministrative, corsi Fad, etc) e di attività istituzionali
che rafforzano il radicamento e la visibilità degli enti nella comunità
professionale e sociale locale (ad esempio finanziamenti ad attività
convegnistiche svolte in partnership con la Federazione).
4) Sono state dedicate ulteriori risorse al potenziamento delle attività del
Consiglio Nazionale, (5-6 incontri/anno) quale baricentro del processo di
costruzione e diffusione delle politiche della professione, avvalendosi a
tale scopo dell’apporto sistematico di gruppi di lavoro agili, con mandati
specifici in merito a questioni sulle quali dobbiamo esprimerci
proponendo le nostre soluzioni.
5) Si è inteso rafforzare la presenza culturale e propositiva delle nostre
istituzioni in campo nazionale programmando almeno tre Convegni
Nazionali all’anno, più seminari, workshop, forum, in ragione di
questioni emergenti, supportati dal Comitato Centrale ma aperti alla
partecipazione.
6) Specifiche risorse sono state destinate a intensificare nella struttura
operativa della Federazione, le attività di quattro aree che consideriamo
di valenza strategica e per questo in staff con l’Esecutivo ed il Comitato
Centrale della FNOMCeO e più precisamente:
A)- Area Comunicazione, Informazione, Editoriale
B)- Area Centro Studi, Documentazione e Ricerca
C)- Area Programmazione fabbisogni e Formazione
Universitaria pre e post laurea
D)- Consulta Permanente Bioetica e Deontologica
7) E’ stata confermata, in modo convinto e sostanziale, una scelta
Federativa che promuove e garantisce l’esercizio pieno delle autonome e
specifiche attività della componente odontoiatrica, attraverso una
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apposita destinazione di congrue risorse; considerando quindi la
ricchezza del loro lavoro, un patrimonio per tutta la nostra istituzione.
Considerazioni generali
Nel prospettare il vasto e complesso profilo degli impegni che nel prossimo
futuro la FNOMCeO intende responsabilmente assumere, è necessario
innanzitutto prospettare soluzioni a quel crescente disagio professionale che i
medici vivono, in ragione delle profonde e rapide innovazioni dei contenuti della
medicina e dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari.
Paradossalmente questo processo di perdita di identità professionale, di
svuotamento di ruoli sociali e civili prende ulteriore vigore in una fase in cui è
esponenziale la crescita dei saperi e dei poteri della medicina, determinando, nel
vissuto e nel percepito dei medici profonde incertezze sui fini e sugli scopi della
medicina, della sanità e dello stesso esercizio professionale.
Tali incertezze si superano individuando i determinanti dei grandi
processi di cambiamento, valutando il loro impatto tecnico professionale, etico e
sociale sul complesso sistema delle cure e dell’assistenza, sulle pratiche
professionali, per contrastarne le derive minacciose, per accettarne invece le
sfide capaci di produrre miglioramenti e tentare così un riposizionamento,
autonomo e responsabile, della nostra professione nel core di quei processi
decisionali che oggettivamente le competono e dai quali risulta emarginata.
Non è facile rivendicare ruoli autonomi ed avocare responsabilità in un
contesto che, sempre più spesso, mette in evidenza preoccupanti inadeguatezze
del decisore politico ad assumere le scelte che gli competono sugli aspetti
direttamente connessi con il corpo umano e con i suoi valori etici e civili e, più in
generale, con le questioni di carattere sanitario concernenti le garanzie
dell’equità e dell’efficacia della tutela della salute.
Le scelte in sanità coinvolgono diritti dei cittadini e libertà delle persone e,
anche per questo, hanno bisogno di una politica buona, capace cioè di scegliere
gli indirizzi con autorevolezza, trasparenza e responsabilità, così come di una
gestione dei servizi di cura ed assistenza competente ed efficiente nell’uso delle
risorse Tuttavia il cerchio virtuoso fatica a chiudersi, se i professionisti sono
tenuti nell’angolo, ridotti ad una anonima prima linea, esposta su un fronte
sconfinato di mediazioni difficili tra presunte infallibilità e limiti della medicina
e dei medici, tra domande infinite e risposte possibili, tra speranze e le evidenze,
tra accessibilità ed equità, tra chi decide e che cosa si decide.
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Se è vera anche solo una piccola parte di quanto fino ad ora
rappresentato, resta comunque enorme il compito che abbiamo di fronte a noi,
che ingigantisce le inadeguatezze del passato, non solo della nostra Federazione,
nel definire progetti di politiche per la professione, troppo spesso ridotte a mera
difesa di interessi contingenti e categoriali, nell’illusione miope che, salvando le
rispettive parti, si potesse salvare il tutto.
Sto parlando innanzitutto di me stesso, della mia esperienza sindacale
prima ancora che ordinistica, ma lo penso per tutti coloro che come me hanno
portato, a vario titolo, responsabilità negli ultimi 20 anni nel governo di questa
professione e che non hanno compreso il valore strategico e non hanno quindi
dato continuità politica ed organizzativa a quelle poche ma straordinarie
manifestazioni unitarie dei medici che stupirono l’opinione pubblica e la
politica, per la loro forza, la maturità degli obiettivi che responsabilmente e
legittimamente saldavano interessi professionali ad interessi generali.
Possiamo ancora stupire, anche nelle piazze, ma un progetto che voglia
seriamente affrontare e gestire la crisi della nostra professione deve innanzitutto
abbandonare logiche e culture del passato, spesso figlie non di convinzioni
meditate ma di convenienze contingenti, funzionali alla conservazione dello
status quo e delle posizioni acquisite o da acquisire .
Queste logiche e queste culture ci hanno chiusi nelle nostre ridotte
professionali, i Sindacati di categoria, gli Ordini, le Società Medico-scientifiche,
ognuno legittimamente ed orgogliosamente custode delle proprie diversità e dei
propri territori di competenza ed ognuno generosamente impegnato a dare le
proprie risposte alla propria percezione dei propri problemi.
Il progetto professionale che la FNOMCeO ha proposto nell’ultimo
biennio e che, una volta condiviso, è stato messo in campo prima e dopo Fiuggi,
rappresenta non solo un grande sforzo di proposta di una piattaforma
professionale comune e condivisa ma anche l’unica prospettiva adeguata, sul
piano politico, a dare nel tempo risposte efficaci ed appropriate alle criticità
emergenti del moderno esercizio professionale dei medici.
Questa coesione e sinergia delle rappresentanze storiche della nostra
professione ci apre nuovi spazi di autorevolezza ed affidabilità verso i cittadini,
le Istituzioni e la stessa Politica, spazi che dobbiamo cercare e curare aprendo
confronti ed attivando eventuali collaborazioni sempre nel rigoroso rispetto
della nostra autonomia e responsabilità
In questo senso assume un valore sostanziale l’esplicito nostro
pronunciamento sui principi generali che regolano il sistema delle cure ed il
nostro primo impegno è, dunque, per una tutela della salute garantita da un
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Servizio sanitario universale, solidale, equo ed accessibile, assicurato nel
finanziamento dalla fiscalità pubblica.
In questo modello la nostra professione individua non solo uno strumento
formidabile di coesione tra strati sociali, generazioni, culture, per lo sviluppo dei
diritti e delle libertà dei singoli e delle collettività, ma anche le condizioni
permissive per lo sviluppo della moderna medicina sempre più sospinta alla
innovazione dalla ricerca, dal massiccio ingresso delle tecnologie, da una
circolazione vertiginosa dei saperi e dei bisogni, infine da una positiva
attenzione della cultura economica che ha scoperto il valore di mercato di
questo settore capace di attrarre investimenti, creare indotto ed infine
redistribuire reddito e profitto.
In questa nostra sanità caratterizzata dalla dominante presenza del terzo
pagante pubblico che detta le sue regole, deve ancora compiutamente affermarsi
un nuovo medico, quello che non possiede le strutture, le tecnologie e forse
nemmeno le fonti dei saperi, ma che è invece determinante nel produrre
l’efficacia dell’intero sistema quando si cala nell’universo delle domande
provenienti dalle persone e dalle comunità, quando deve fare i conti con la
tenuta delle risorse e con la fiducia dei cittadini.
Questo nuovo medico, nel promuovere e praticare l’appropriatezza
clinica, dà nuove prospettive alla sua mission di sempre, quella definita in vari
articoli del nostro Codice e scolpita nel Giuramento Professionale e cioè
garantire la giusta distribuzione delle risorse secondo i bisogni, tutelare
prioritariamente il bene salute e il bene vita, nel rispetto della libertà e dignità
della persona, senza alcuna distinzione per quelle diversità vecchie e nuove che
la società costantemente propone.
Sul piano più generale, vari determinanti (sociali, culturali, economici,
politici) tendono a riprodurre forti elementi di disugaglianze nell’accesso e
nell’utilizzo delle tutele sanitarie, il superamento o quantomeno la riduzione di
queste costituisce una sfida difficile che mette a dura prova il decisore politico e
che fa vacillare alcuni paradigmi della medicina e della sanità caricando
ulteriormente il nostro esercizio professionale di nuove gravose responsabilità.
In ragione dell’equità a cui siamo chiamati compete anche a noi
esprimerci su un modello etico di gestione responsabile delle risorse, che deve
dunque prevedere una distribuzione sul territorio di servizi ospedalieri e
territoriali fortemente integrati per profili di intensità delle cure e
tecnologicamente attrezzati, capace cioè di garantire, sul piano organizzativo e
gestionale, la continuità ed efficacia dei percorsi di prevenzione, diagnosi cura e
riabilitazione e, su quello tecnico professionale, il buon governo del nuovo
quadro epidemiologico caratterizzato dal netto prevalere di malattie cronico -
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degenerative in un contesto di progressivo invecchiamento della popolazione con
il suo carico di nuovi bisogni assistenziali.
Dovrà altresì essere l’occasione per ripensare il modello di ospedale al di
là delle sue tradizionali sfide, quindi non solo tecnologie appropriate, non solo
competenze coordinate, non solo ricerca formazione ed assistenza integrate, ma
anche spazi fisici come occasioni di socializzazione, per mantenere viva quella
rete di relazioni umane e tempi nell’organizzazione del lavoro per le parole, per
le emozioni, per i racconti che sono preziose cure, troppo spesso mortificate in
una offerta grigia, anonima e fredda di sale di aspetto, di dispensatori di
bevande, di camici e pigiami .
Non è tuttavia possibile rimodellare compiutamente il sistema delle cure
specialistiche e l’ospedale senza un coerente progetto di reingegnerizzazione del
sistema delle cure primarie sanitarie ed assistenziali (sociosanitario), il
cosiddetto territorio.
Al riguardo stiamo vivendo una stagione di coraggiose visioni
organizzative e gestionali dei medici impegnati nelle cure primarie, medici di
famiglia, specialisti ambulatoriali, pediatri di libera scelta, Continuità
Assistenziale a cui purtroppo, fino ad oggi ,corrispondono eccessive riserve delle
Regioni.
Una sanità moderna ed un nuovo medico devono altresì cogliere e fare
spazio, nella cultura del sistema e nei servizi resi, al nuovo paradigma della
salute: l’educazione alla salute, soprattutto quella rivolta alle fasce deboli
dell’infanzia-adolescenza e vecchiaia, l’attenzione agli stili di vita quali nuovi
determinanti della salute, la tutela dei luoghi e degli ambienti di vita e di lavoro,
devono sempre più integrare le più tradizionali attività di prevenzione primaria
e secondaria, irrobustendo il ruolo di “educatore”anche in capo al medico.
Una riflessione su tutte per quanto riguarda il rapporto Salute-Ambiente:
oggi, nella mia regione, il Piemonte, si continua a morire di asbesto a suo tempo
inalato non solo nei luoghi di lavoro ma anche nelle case, nei luoghi di ritrovo
pubblici e privati vicini a questi, una tragica testimonianza che errori o
sottovalutazioni in campo ambientale si pagano sempre e duramente, è solo
questione di tempo.
Queste considerazioni ci portano altresì a dire che un servizio sanitario
moderno, equo ed accessibile, ha certamente bisogno di tecnocrazie manageriali,
quelle che si pensa ci siano; di un sistema diffuso di ruoli professionali
riconosciuti, quello che noi vorremmo; ma anche di consenso sociale, di
partecipazione attiva e propositiva delle comunità ridefinendo e riconoscendo
più spazio e più peso ai governi dei territori (municipalità, comuni, consorzi di
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comuni), all’associazionismo no profit, nella programmazione e valutazione
degli obiettivi e dei risultati di salute conseguiti nelle comunità.
Un buon sistema sanitario ha bisogno di trasparenza nell’uso delle risorse
e nella catena delle responsabilità, in altre parole nella definizione dei limiti di
competenza tra Politica, Management e Professione .
Proprio in questi giorni, anche in ragione di una ventilata accelerazione
del processo legislativo in merito ai temi del cosiddetto Governo clinico ed in
materia di Responsabilità Professionale, il primo alla Camera, il secondo al
Senato ed entrambi già nella fase di testo unificato, abbiamo ripreso il confronto
con le OO.SS di categoria.
All’incontro hanno aderito 17 OO.SS di categoria, una partecipazione che
va oltre quella già rilevante registrata a Fiuggi e che ha accettato come base di
discussione i testi Coordinati dalla FNOMCeO, già oggetto di approvazione nei
principi ispiratori, da parte del nostro Consiglio Nazionale e che vi allego alla
relazione, non avendo ragionevole spazio temporale per riproporveli. (Allegato
1 e Allegato 2 )
Lavoreremo per produrre proposte condivise su queste materie
largamente avvertite come fonti di disagio professionale ed a queste daremo
ampio risalto sollecitando il Parlamento e le Regioni a scelte davvero capaci di
dare una svolta, prospettando soluzioni efficaci.
Nella comunicazione, spesso mi viene chiesto quale funzione ordinistica,
oltre quella deontologico-disciplinare, consideri strategica per il prossimo futuro
e non ho mai avuto dubbi nel rispondere la Promozione e la Valutazione della
Qualità professionale, fondata sui saperi e sulle competenze che sono poi l’unico
patrimonio sociale e civile del medico.
I “fondamentali“ di un professionista di qualità si costruiscono nel lungo
iter formativo universitario e riteniamo innanzitutto cruciale definire corrette
politiche di accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia riconfermando
come necessario lo strumento della programmazione anche a fronte di dati
demografici che disegnano una curva di riduzione consistente della popolazione
medica attiva a partire dal 2011 fino al 2025.
Programmare i fabbisogni per i prossimi decenni non è una semplice
proiezione attuariale ma una impegnativa e delicata azione politica e tecnica,
che fin da oggi deve assumere la grande responsabilità di commisurare e
modulare l’offerta quantitativa di medici e quali-quantitativa di specialisti ad
una domanda che oggettivamente si svilupperà in uno scenario di sistema
diverso dall’attuale, di cui già cogliamo i primi forti segnali.
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Sbagliare questi passaggi o forzarli su esigenze di parte, comporta il
rischio grave di produrre quel vuoto quali-quantitativo di offerta di
professionisti che già affligge alcuni paesi europei, ad esempio l’Inghilterra.
Tale complessità si scontra con l’insufficienza delle attuali procedure di
programmazione nazionale (Regioni-Ministero Salute/Università/FNOMCeO) e
regionale e soprattutto con i limiti di un sistema formativo universitario che,
nonostante pregevoli sforzi, resta poco flessibile ed ulteriormente pressato dalla
produzione di decine di nuovi professioni che costituiscono oggi la quota
prevalente di iscrizioni alle Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Nel merito della formazione pre e post laurea del medico, “l’imparare
facendo” deve assumere più peso nei curricula formativi dei medici così come
devono essere rapidamente estese le iniziative di inserire nell’ambito degli studi
le nuove scienze umane (la comunicazione, la deontologia, l’etica, l’antropologia,
il management) come elementi costitutivi il moderno esercizio della professione
medica.
La formazione specialistica, così come sviluppatasi nel nostro Paese, è il
paradigma di questo modello formativo insufficiente per logiche e dimensioni a
fronteggiare la domanda di imparare a saper fare e saper essere, così come
previsto dalle normative CEE.
Il modello formativo è infatti ulteriormente evoluto, non si tratta più di
studenti con borse di studio, ma di medici in formazione specialistica con
contratti di lavoro a tempo determinato e, fermi restando gli obblighi di
apprendimento teorico, possono e debbono completare la loro formazione
specialistica con un inserimento pieno e protetto da tutors nelle attività di
prevenzione, diagnosi e cura delle reti formative regionali, che, in particolare
per la pediatria, devono comprendere gli ambulatori dei PLS.
Nell’ambito di tali tematiche, la medicina generale si pone come una
disciplina specifica, caratterizzata da una metodologia clinica propria, tempi
operativi e strumenti spesso diversi da quelli appresi durante il corso di laurea.
Per quanto riguarda la Formazione Permanente, in accordo con una vasta
letteratura internazionale, siamo perfettamente consapevoli dei limiti del
sistema ECM nel realizzare miglioramenti degli outcomes sanitari e degli skills
professionali, ciononostante non si può non riconoscere il grosso merito di aver
proposto e valorizzato la “cultura della formazione permanente” come attività
sistematica e strutturale delle organizzazioni sanitarie.
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Nell’ottica di chiamarsi ECM ma di muoversi nella direzione del SCP
(Sviluppo Continuo Professionale) il nuovo sistema dovrà sempre più muoversi
nella valorizzazione della cosiddetta formazione sul campo ovvero valorizzando
a fini formativi tutte quelle attività capaci di intercettare conoscenze e
competenze, rapportandole alla quotidianità degli interventi preventivi, clinico
assistenziali e riabilitativi (revisioni tra pari, audit, attività di tutoraggio,
partecipazione a gruppi di lavoro sulla sicurezza, sulle infezioni, sulla qualità,
etc.)
Le Società Medico scientifiche vanno ampiamente coinvolte in un progetto
di sviluppo, diffusione, organizzazione e valutazione d’impatto delle buone
pratiche e delle innovazioni in medicina ed in sanità al fine di garantire il
miglioramento continuo e la valutazione delle abilità, delle competenze
professionali e della qualità resa e percepita dei servizi
In prospettiva dovranno configurare gli indicatori e gli standards dello
sviluppo professionale; in altre parole quei portfoli di attività di prevenzione,
clinico assistenziali, di formazione, di aggiornamento, di insegnamento, di
ricerca ai quali, dopo una verifica e valutazione positiva, far corrispondere
livelli crescenti di accreditamento professionale.
Questo sistema volontario, che si propone come una opportunità ai
professionisti, ci appare come una risposta ragionevole e praticabile a quella
richiesta ormai pressante in molti sistemi sanitari di procedere quantomeno ad
una periodica (quinquennale) rivalidazione della cosiddetta licenza specialistica.
Va altresì irrobustita nelle partite finanziarie e meglio qualificata la spesa
pubblica regionale in ricerca biomedica pura e translazionale attraverso
l’individuazione di una specifica funzione di governo, autorevole, terza,
affidabile alla committenza ed ai provider di ricerca, che sappia mettere in rete
tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti attraendo in tali contesti, risorse
private “libere“ da conflitti di interesse, oggi indispensabili allo sviluppo della
ricerca.
In questi ultimi mesi si sono fatte più pressanti le sollecitazioni a
riprendere il cammino della legge che istituisce gli Ordini delle nuove
professioni sanitarie dopo la scadenza delle delega dello scorso anno.
Nei prossimi giorni, con il Vicepresidente Benato e il Presidente della
CAO Nazionale Renzo, insieme a rappresentanti della Federazione dei
Veterinari e dei Farmacisti, avremo un incontro di lavoro con il Parlamentare
Europeo on. Zappalà e con una delegazione qualificata delle professioni
sanitarie per condividere un’agenda di lavori.
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Credo che dovremo valutare con molto realismo l’ipotesi che questa possa
essere la strada per quella riforma specifica delle professioni sanitarie e degli
Ordini di riferimento che invano attendiamo da un processo riformatore che
coinvolga tutto il sistema delle professioni intellettuali e sul quale ci eravamo
espressi con un documento generale sottoscritto da tutte le OO.SS. mediche e
odontoiatriche (all. 3).
Naturalmente costituiremo un gruppo di lavoro e, prima di ogni passaggio
determinante, il Consiglio Nazionale sarà chiamato ad esprimersi; ma fin da
subito vanno condivisi alcuni orientamenti di carattere generale che riteniamo
debbano caratterizzare un moderno profilo di rapporti con le professioni
sanitarie non mediche.
Laddove sono evidenti fenomeni di erosione di spazi di competenze
mediche e odontoiatriche, ampiamente favorite quando non legittimate da una
legislazione che sciaguratamente è stata da noi trascurata negli anni passati,
abbiamo fatto sentire e faremo sentire il peso della nostra opposizione ferma.
Nello stesso tempo dobbiamo però uscire da questi schemi politici e
giuridici, da questa infinita storia segnata da guerre di confine combattute sul
campo e nelle aule di giustizia civile con esiti per noi poco incoraggianti .
In questa prospettiva non deve sfuggirci la straordinaria forza innovatrice
messa in campo dallo sviluppo delle conoscenze e delle competenze in ambito
sanitario non medico e che la formazione universitaria ha definitivamente
certificato; un fenomeno che supera e sempre più spesso travolge i tradizionali
modelli assistenziali e gli antichi ruoli professionali in questi presenti.
Noi riteniamo che tali cambiamenti, spesso percepiti e vissuti dal medico
come aggressioni al proprio status professionale, per esprimersi al meglio,
abbiano bisogno di svilupparsi in una nuova cornice giuridica che contempli le
seguenti questioni.
· Una definizione del profilo giuridico, unico e condiviso, di atto medico che
ne tracci le potestà e i limiti al fine di meglio definire le potestà ed i limiti
degli atti da riservare ad altre professioni sanitarie anche attraverso una
nuova tassonomia giuridica delle professioni e dei relativi profili da
correlare ai percorsi formativi;
· Una presa d’atto che il processo di sviluppo di nuove competenze settoriali
nel campo della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione non può più
tradursi nell’individuazione di ulteriori professioni sanitarie,
caratterizzate cioè da un percorso formativo universitario e dall’esercizio
di atti e competenze riservate, ma recuperando e valorizzando la funzione
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formativa delle strutture e dei professionisti del Servizio Sanitario
Nazionale riconosciute ed accreditate sulla base di requisiti e criteri validi
e unici su tutto il territorio nazionale, conformi alle Direttive Europee in
materia e abilitati a rilasciare diplomi triennali e possibilità di accedere a
successivi master specialistici;
· Possibilità di accesso delle professioni sanitarie alla dirigenza del SSN
esclusivamente e limitatamente a ruoli e funzioni coerenti con il biennio
specialistico (3 + 2) notoriamente prevista solo per le attività di
formazione e organizzazione, su posizioni dirigenziali da individuarsi su
scala aziendale;
· Prevedere che, all’interno di modelli operativi e funzionali fondati sulla
cooperazione e rispetto delle prerogative di tutte le professioni coinvolte
nelle attività, l’autonomia e la responsabilità tecnico professionale ed
organizzativo-gestionale del medico mantengano un indiscussa centralità
a garanzia della continuità e unitarietà dei processi di prevenzione,
diagnosi, cura e riabilitazione.
I difetti della nostra sanità vengono spesso attribuiti alla sua natura pubblica
sebbene, nella realtà dei fatti, la presenza del privato è massiccia ed ubiquitaria
tanto da porre, almeno dal nostro punto di vista, alcune questioni che
coinvolgono l’esercizio professionale di decine di migliaia di medici.
Non è solo un problema sindacale, che ovviamente non ci compete, ma
piuttosto di condizioni di qualità, autonomia e sicurezza dell’esercizio
professionale che invece non possiamo trascurare e che ci porta a sostenere che
le strutture pubbliche e private, devono erogare prestazioni con uguali standard
qualitativi e, a tal fine, devono possedere risorse analoghe sul piano tecnologico,
strutturale ed umano e valutati con indicatori comuni.
Crediamo inoltre che vada decisamente combattuta e vinta una battaglia di
contrasto al precariato professionale in genere, e medico in particolare, con le
paghe orarie da colf, con un mordi e fuggi, senza progetti professionali che ha
assunto dimensioni allarmanti negli ultimi anni invadendo settori di attività non
marginali dei servizi sanitari pubblici e privati .
Per quanto riguarda le Medicine e pratiche non convenzionali, la Legge
Regionale della Toscana n. 9 del 19.2.2007 (Modalità di esercizio delle medicine
complementari da parte dei Medici e Odontoiatri, dei Medici Veterinari e
Farmacisti), prospetta una soluzione di riferimento, fortemente incentrata sul
ruolo delle Regioni e degli Ordini professionali quali autorità garanti della
formazione e delle attività, limitatamente ad alcune discipline (agopuntura,
omeopatia, fitoterapia).
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Risulta evidente che manca a tale normativa, di per sé positiva ed
equilibrata, quella cornice normativa nazionale che impedisca la
frammentazione dell’impianto regolatorio in tante differenti soluzioni regionali,
con il rischio di “dumpig regolatori” o peggio, di inconciliabilità di normative.
Questo “bisogno di regolazione” delle medicine e terapie non
convenzionali cresce in proporzione diretta con la crescita della domanda di
questi servizi e le soluzioni da offrire devono essere omogenee e coerenti su tutto
il territorio nazionale.
Tali considerazioni rafforzano la convinzione che il punto di equilibrio e di
garanzia verso i cittadini non possa che essere la riconduzione delle principali
medicine e pratiche, non convenzionali, ad atti medici e più in generale ad attività
riservate alle professioni sanitarie, esprimendo così non una generica validazione
scientifica di tali attività, ma piuttosto riportando alla responsabilità professionale
e giuridica, propria dei professionisti medici, odontoiatri, farmacisti e
veterinari, l’uso più appropriato, efficace e sicuro di tali attività, dalla diagnosi,
alla terapia, alla preparazione e messa in commercio dei farmaci e rimedi.
La scelta di un confronto e di un dialogo non ha dunque il significato, che
spesso in modo ingeneroso ci viene rivolto, di negare o sminuire l’immenso valore
della medicina scientifica ma riteniamo che, quali Enti ausiliari dello Stato, ci
competa tutelare i cittadini ed i professionisti, contribuendo ad indirizzare, governare
e, se del caso, avversare con fermezza quei fenomeni che contrastino
con una efficace e sicura tutela del diritto alla salute, con la libertà di scelta dei
cittadini infine con un esercizio autonomo e responsabile delle nostre professioni.
In un Seminario del Comitato Centrale aperto a competenze del Ministero
del Welfare e delle Regioni svoltosi nel luglio scorso a Trieste, abbiamo
individuato alcuni aspetti regolatori che ci paiono ineludibili e come tali
riteniamo debbano assumere, sotto il profilo giuridico, le caratteristiche di
principi fondamentali in capo alla legislazione nazionale.
Nel progetto di ridefinizione della nostra identità tecnico professionale, civile
e sociale assume un ruolo centrale la deontologia posta a garanzia della moderna
alleanza terapeutica
L’esercizio di questo ruolo forte di garanzia che nessun altro può
compiutamente e legittimamente avocare o revocare, non è una scelta del
medico, bensì un suo obbligo perché la nostra professione è fortemente esposta e
responsabile sul piano dell’accessibilità ad alcuni diritti costituzionalmente
sanciti (tutela della salute e della vita, della libertà e dignità della persona, della
giustizia, della riservatezza, etc.) cosicché il nostro quotidiano esercizio
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professionale inevitabilmente intercetta forti valori civili riferiti alla persona e
alle comunità, sempre più plurali, o meglio sempre più globali, per culture,
storie, religioni, riferimenti etici.
Non mancano (e non mancheranno!) occasioni per cimentare queste
funzioni in passaggi delicati della nostra convivenza civile; basti pensare a due
questioni oggi sugli scudi, apparentemente distanti se viste nello specifico ma
straordinariamente vicine se viste alla luce dei principi fondanti la nostra
deontologia e cioè la cancellazione del divieto di denuncia dei clandestini,
previsto nel decreto sicurezza attualmente in seconda lettura alla Camera, e il
profilo del dibattito che ha accompagnato l’iter di approvazione in prima lettura
al Senato del DDL sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento.
Riguardo alla prima questione sulla quale è già intervenuto con forza ed
autorevolezza questo Consiglio Nazionale, al di là della grave e sciagurata
sottostima dei rischi per la tutela della salute pubblica derivante dalla
prevedibile immersione nella clandestinità di malati anche infettivi e contagiosi,
ferisce la leggerezza con la quale si vuole svestire “ope legis“ la nostra
professione di quella irrinunciabile alea di terzietà, di accoglienza, di solidarietà
nella cura delle persone.
In questi mesi abbiamo più volte sollecitato un ripensamento del
Parlamento, forse anche la nostra azione ha finalmente aperto un varco
nell’intransigenza di alcune posizioni politiche e, se tutto andrà nella direzione
auspicata, alla fine sarà cresciuta, nell’immagine e nel diritto, la forza civile
della nostra professione quale strumento di garanzia erga omnes di un diritto,
quello alla tutela della salute, che, nella nostra Costituzione, è sancito quale
diritto naturale dell’individuo e non solo del cittadino, giuridicamente inteso.
Questo diremo nel corso della Audizione alla quale siamo stati chiamati
presso la Commissione Giustizia della Camera il 22 Aprile.
Sulla seconda questione mi limito ad alcune considerazioni per lasciare
tutto lo spazio a quanto emerso nei Forum .
Ritengo che la vicenda Englaro abbia segnato un punto di non ritorno, le
questioni che ha posto ed i conflitti giuridici che ha aperto possono essere
riequilibrati solo attraverso un intervento legislativo che paradossalmente deve
però sottrarsi alle grandi emozioni del caso “Eluana”.
Lo abbiamo detto in passato e lo ripetiamo oggi: occorre un dispositivo
leggero che definisca modalità, finalità, contenuti e limiti delle Dichiarazioni
Anticipate di Trattamento, quale eccezionale e particolare estensione del
principio del consenso/dissenso informato e consapevole da parte del paziente ai
trattamenti in una condizione, quella di un danno irreversibile delle capacità
14
cognitive di sé e di relazione con l’ambiente, determinanti una attuale incapacità
di intendere e volere .
Dicendo “leggero” intendiamo “mite”, che non deve occupare ed assorbire
la relazione di cura o meglio quella alleanza terapeutica che si fonda su un
responsabile bilanciamento tra la libertà di scelta del paziente e l’esercizio
autonomo delle tutele in capo al medico.
Sono personalmente convinto che, quando una persona passa dalla
condizione di capace a quella di incapace, non può veder diminuire la quantità e
la qualità dei suoi diritti ma deve invece poter contare su un aumento della
quantità e della qualità delle tutele per garantire al meglio lo stesso diritto.
Ritengo che stia anche in questo la forza civile oltre che tecnica ed etica
dell’alleanza terapeutica così fortemente rilanciata nel nuovo Codice
Deontologico: un incontro non occasionale, ma unico ed irripetibile, di
competenze, responsabilità e valori espressi da un medico ed un paziente che
devono parlarsi, capirsi e rispettarsi.
Non c’è legge o norma che ragionevolmente possa surrogare questo
universo all’interno del quale, in ragione di un diritto mite e di un’ etica forte,
proteggere gli incontri tra gli uomini che si pongono le domande più difficili.
Anche per questo abbiamo chiesto alla politica ed al Parlamento una
pausa di riflessione e, relativamente gli stati vegetativi, l’avvio di uno studio
osservazionale rigoroso sulle aree di incertezza diagnostiche, prognostiche,
terapeutiche ed assistenziali
Così sarà possibile irrobustire la struttura della scelta, dando risposte al
principio di precauzione in più occasioni invocato, in modo che i pazienti e le
loro famiglie, nonché gli stessi medici, possano disporre di robuste evidenze su
cui fondare le proprie scelte
Conclusioni
Più in generale in questo progetto ci deve animare il comune disegno di
una Professione medica vicina alle Istituzioni sanitarie, a supporto dei loro
compiti di tutela della salute pubblica ed ai cittadini soprattutto dove e quando
sono oltraggiati da disinformazione, silenzi, incapacità amministrative e colpiti
nei loro diritti alla tutela della salute da una devastazione dei territori, degli
ambienti di vita e di lavoro.
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Una vicinanza ai cittadini, ai loro bisogni, alle loro inquietudini oggi più
che mai indispensabile per dare risposte forti ed equilibrate ai dubbi e alle
incertezze tecniche, civili, etiche, che il travolgente sviluppo della medicina
inevitabilmente propone.
Dobbiamo tutelare i nostri giovani, garantendone l’ottimale formazione di
base e specialistica, favorendo il loro ingresso nella professione, proteggendo lo
sviluppo delle loro conoscenze e competenze attraverso fonti autorevoli e libere
da conflitti di interesse.
Dobbiamo contribuire a rendere il sistema sanitario affidabile per i
cittadini, a vincere la sfida della sostenibilità economica assumendoci la
responsabilità morale e tecnico professionale dell’uso appropriato delle risorse.
Un’ultima riflessione prima di chiudere mi porta ancora una volta ad
incoraggiarvi ad avere fiducia e speranze nel futuro, e soprattutto a sfidare
operosamente ed orgogliosamente il tempo, affermando che la storia più bella
della nostra vita professionale è quella che dobbiamo ancora scrivere e vivere.
CLINICA PRATICA
I pazienti cronici che utilizzano MC migliorano la qualità di vita
di Carlo Di Stanislao
La ricerca, condotta presso due diversi centri universitari, uno canadese (Università di Alberta) e l'altro statunitense (Università dell'Arizona), ha esaminato 76 individui adulti con cancro o malattie a carattere cronico di tipo non neoplastico, intervistate in due diverse e successive sessioni, circa l'impatto sulla qualità della vita delle MC, da loro usate in via esclusiva oppure, più spesso, come integrazione alle terapie ufficiali. Sono stati inclusi in modo consecutivo tutti i pazienti giunti all'osservazione nel corso di tre mesi consecutivi presso i due centri, che eseguivano una o più terapie complementari e si mostravano disponibili ed affidabili nel rispondere ad un questionario erogato dai sanitari. Le interviste sono state di nuovo erogate dopo sei mesi in ciascun paziente. E' emerso che è opinione dei pazienti che utilizzano discipline complementari, che queste sono efficaci e prive di effetti collaterali, che possono abbinarsi a terapie farmacologiche, che ne riducono le reazioni avverse e migliorano, globalmente, la cenestesi, la performance individuale e, in definitiva, la qualità della vita. Come in precedenti studi, tuttavia, appare evidente che più della metà dei pazienti si autoprescrive terapie (fitoterapici, integratori alimentari, omeopatici) senza consultare un esperto o non mettendo al corrente i medici curanti. Sebbene l'identikit del consumatore è donna, bianca, di buona cultura e di alto status socio-economico, sotto il profilo delle scelte lo studio conferma il dato emerso nel 2004 (S.M. Rhee et al., Arch Int Med, 2004): le discipline applicate sono proporzionali al reddito dei pazienti selezionati, per cui le fasce più povere si rivolgono alle procedure di minor costo (preghiera, meditazione, etc.), le più ricche a integratori, fitoterapia, chiropratica, agopuntura. Circa l'impiego di fitoterapici ed integratori, questi generalmente seguono le mode del momento, creando un panorama molto variabile nel tempo. Rispetto a dati di soli cinque fa, si dimostra che Ginkgo biloba e Panax ginseng sono in calo, mentre sarebbero in considerevole aumento il ricorso a integratori come la luteina, un carotenoide affine alla vitamina A, aggiunta frequentemente ai prodotti multivitaminici. Va infine detto che, come in una ricerca del 2005 (Kelly JP et al., Arch Int Med, 2005), l'uso dei prodotti varia molto in funzione dell'età e del sesso, quanto alle ragioni dell'uso sono più di una. Un terzo dei consumatori parla, comunque, in termini più generali di vitamine e integratori dietetici, non conoscendo, nello specifico, il preciso scopo terapeutico di tali scelte in più del 75% dei casi.
JACM, 2007, 13, (6), 659
Per leggere l'abstract >>> cliccare qui
Pronunciamento FNOMCeO sulle medicine e pratiche non convenzionali
Approvata all'unanimità, in un Comitato Centrale FNOMCeO appena rieletto, la relazione del Presidente Amedeo Bianco che ha affrontato anche le problematiche legate alla pratica delle medicine complementari.
di Simonetta Bernardini
Nel documento si legge la considerazione della Federazione per la Legge Toscana 9/07 giudicata "positiva ed equilibrata" che prospetta una "soluzione di riferimento fortemente incentrata sul ruolo delle Regioni e degli Ordini professionali, quali autorità garanti della formazione e delle attività, limitatamente ad alcune discipline (agopuntura, omeopatia, fitoterapia)". Nel contempo la FNOM auspica che si addivenga ad una normativa nazionale, nell'intento di scongiurare una frammentazione in tante soluzioni regionali con "il rischio di dumping regolatori o, peggio, di inconciliabilità di normative". Tenuto conto che il "bisogno di regolazione delle MC cresce in proporzione con la crescita delle medicine e terapie non convenzionali in proporzione diretta con la crescita della domanda di questi servizi" ritiene che "le soluzioni da offrire devono essere omogenee e coerenti sul tutto il territorio nazionale". La FNOM ribadisce inoltre che, a garanzia dei cittadini, le principali medicine e pratiche non convenzionali debbano essere attività del medico e, più in generale, riportando alla responsabilità professionale e giuridica dei medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti l'uso più appropriato, efficace e sicuro di tali attività professionali, "dalla diagnosi, alla terapia, alla messa in commercio dei farmaci e rimedi". La FNOMCeO, ribadisce che la scelta della Federazione di promuovere un confronto e un dialogo non è, come spesso e in modo ingeneroso è stato interpretato, una volontà di negare o sminuire l'immenso valore della medicina scientifica, quanto piuttosto il dovere di un Ente ausiliario dello Stato, quale gli ordini dei Medici, di tutelare i cittadini ed i professionisti "contribuendo ad indirizzare, governare e, se del caso, avversare con fermezza quei fenomeni che contrastino con una efficace tutela del diritto alla salute, con la libertà di scelta dei cittadini e con un esercizio autonomo e responsabile delle professioni". Infine nel documento Bianco riafferma gli aspetti regolatori ineludibili ai fini di una regolamentazione nazionale emersi nel Seminario del Comitato centrale del luglio scorso a Trieste, svoltosi in collaborazione con il Ministero del Welfare e con le regioni.
venerdì 24 aprile 2009
martedì 21 aprile 2009
Quale modello per la Medicina Complementare in Lombardia
di Emilio Minelli
La Medicina Tradizionale, Complementare e Alternativa (MT/MCA), sebbene abbia spesso in alcuni suoi aspetti radici millenarie, costituisce per molti versi un fenomeno nuovo nel panorama delle risposte alla domanda di salute della popolazione.
Diffusasi in Occidente spesso in maniera spontanea e priva di regole, non può più essere considerata un fenomeno marginale. Circa il 20% della popolazione lombarda la utilizza in maniera abituale e molti medici la propongono ai loro pazienti come opportunità terapeutica per patologie che, spesso, non sono né lievi né banali ma, piuttosto, patologie per cui non vi sono altre risposte o per cui le risposte della medicina convenzionale sono considerate insoddisfacenti.
Di fronte a un fenomeno del genere è quindi opportuno definire un quadro generale di utilizzo, che tuteli il paziente e che garantisca un quadro eccellente di erogazione delle prestazioni oltre che la loro appropriatezza.
Per contro, la novità di queste metodiche, non consente di rintracciare itinerari già preordinati e impone, quindi, la necessità di tracciare percorsi nuovi.
Secondo l'OMS, per una azione incisiva a tutela dei pazienti è di fondamentale importanza:
-individuare i benefici della MT/MCA;
-individuare i rischi connessi all'utilizzo della MT/MCA;
-promuovere l'informazione per il consumatore e l'utilizzo appropriato della MT/MCA, da parte dei consumatori, e implementare il livello di consapevolezza e informazione del paziente che usa prodotti di MT/MCA in autoprescrizione, in particolare nel caso di donne in gravidanza o in allattamento, di anziani e di adulti che, eventualmente, trattino bambini con prodotti di MT/MCA in autoprescrizione;
-vigilare sulla sicurezza delle terapie di MT/MCA e promuovere una più completa e approfondita conoscenza delle possibili interazioni e controindicazioni sia tra prodotti di MT/MCA che tra questi e farmaci della medicina biologica;
-promuovere la formazione, il riconoscimento e l'individuazione da parte del pubblico di operatori qualificati;
-promuovere la conoscenza dei costi della MT/MCA e di una loro eventuale copertura assicurativa.
Molte delle azioni individuate nel presente documento costituiscono scelte strategiche anche di Regione Lombardia nell'ambito più globale del management della salute.
Ciò ha portato Regione Lombardia, con un Memorandum of Understanding, siglato a Milano nel maggio 2003, a porre in atto una stretta cooperazione con l'OMS, allo scopo di promuovere politiche sanitarie che potessero contribuire a porre in essere quegli strumenti culturali, normativi e regolatori che, in uno sforzo congiunto della società civile e degli enti istituzionali consentissero alla popolazione lombarda di rivolgersi anche alla MT/MCA in maniera informata, sicura ed efficace. Tutta la tematica è stata oggetto di una ricerca condotta congiuntamente dal Consorzio Milano Ricerche (prof. Emilio Minelli), del Centro di ricerche in bioclimatologia, biotecnologie e medicine naturali, Centro collaborante OMS per la Medicina Tradizionale, dell'Università degli Studi di Milano (prof. Umberto Solimene) e del Dipartimento di Scienze dell'economia e della gestione aziendale, Facoltà di Economia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore (prof. Antonio Liverani).
Il 5 maggio 2009 presso la Università degli Studi di Milano, Sala Crociera Alta si terrà il convegno, organizzato da Regione Lombardia DG Sanità, in collaborazione con l'Istituto Regionale di Ricerca (IReR), il Centro Collaborante OMS per la Medicina Tradizionale dell'Università degli Studi di Milano e l'Università Cattolica del Sacro Cuore, dal titolo " Quale modello per la Medicina Complementare in Lombardia" in cui avverrà la presentazione della ricerca "Studio sull'implementazione delle Linee guida OMS per lo sviluppo dell'informazione al consumatore e per l'utilizzo appropriato della Medicina Complementare in Lombardia" (Cod. IReR 2007B076), commissionata a IReR (Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia) dalla Direzione generale Sanità della Regione Lombardia. Sarà questa la prima occasione in cui realtà del mondo della medicina complementare e realtà istituzionali, in Regione Lombardia, si troveranno attorno a un tavolo di fronte alla provocazione della integrazione in medicina.
lunedì 20 aprile 2009
Testamento biologico, sul ddl dubbi e ombre
di Sergio Fucci*
Alcune delle norme contenute nel Ddl sul consenso informato e sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento (approvato a fine marzo dal Senato) violano il fondamentale principio che impone allo Stato laico di rispettare il pluralismo etico di una società multiculturale, multietnica e multireligiosa come quella in cui viviamo. Solo uno Stato etico può pretendere che tutti i cittadini si conformino a una sua concezione non neutrale della società, fondata sul discutibile principio che la vita umana è inviolabile e indisponibile non solo da parte dei terzi - come è ovvio - ma anche da parte del soggetto interessato cui è precluso anche il rifiuto delle cure salvavita, indesiderate perché vissute come un accanimento.
In particolare, il ddl è connotato da forti elementi ideologici diretti a negare tutela all’idea di dignità e di persona che ciascuno si costruisce nel corso della propria esperienza di vita e che, talvolta, può comportare il rifiuto di vivere in condizioni di salute estremamente precarie ovvero tali da non consentire di mantenere alcuna seria relazione con il mondo esterno, come avviene negli stati vegetativi permanenti. Oltre a utilizzare espressioni non corrette sul piano giuridico, poi, il disegno di legge non è rispettoso della deontologia medica e presenta alcuni profili di probabile illegittimità costituzionale. Il Codice etico della Fnomceo approvato nel 2006, infatti, ribadisce che il medico deve astenersi dal compiere sul corpo del malato attività da questi consapevolmente rifiutate e riconosce il fondamentale valore dei desideri espressi anticipatamente dall’interessato prima di perdere la sua capacità decisionale.
Il ddl, invece, non contiene elementi chiari al riguardo, essendo stati eliminati i riferimenti al diritto del malato a rifiutare qualunque trattamento sanitario e il conseguente dovere del medico di astenersi, salva la possibilità di sollevare l’obiezione di coscienza.
Appare poi offensivo della dignità professionale del medico affermare che la legge garantisce al malato che il camice bianco davanti ad un paziente in stato di fine vita o in condizioni di morte prevista come imminente, «debba astenersi da trattamenti straordinari non proporzionati, non efficaci o non tecnicamente adeguati rispetto alle condizioni cliniche del pazienti e agli obiettivi di cura». Questa garanzia, invero, non può derivare da una norma di legge, ma solo da una concezione etica della medicina che rifiuti una visione ideologica dei suoi scopi e, quindi, non accetti di compiere attività integranti «accanimento terapeutico» non solo sul piano strettamente scientifico, ma anche nella prospettiva del paziente, come ben delineato nel vigente codice deontologico.
D’altra parte, non essendovi una definizione normativa di «trattamento straordinario» e «non proporzionato», e sussistendo nella stessa scienza medica opinioni divergenti sul punto davanti al singolo caso, queste espressioni, nella loro estrema genericità, rischiano di creare solo occasioni di contenzioso con il paziente o la sua famiglia.
Affermare, inoltre, che l’attività medica è «esclusivamente finalizzata alla tutela della vita e della salute nonché all’alleviamento della sofferenza» implica una forte contraddizione perché vi sono situazioni nelle quali è giusto e opportuno astenersi da una tutela ideologica del bene vita e accettare la prospettiva di cercare solo di esaudire il desiderio del morente di essere accompagnato all’exitus con terapie che ne rendano meno doloroso l’inevitabile trapasso.
Il diritto di ciascuno alla tutela della vita umana attraverso le migliori cure disponibili offerte dalla scienza medica, giustamente «garantito anche nella fase terminale», non può essere trasformato in un dovere di curarsi sempre e comunque una volta al cospetto del medico. Altrimenti si viola il precetto costituzionale secondo il quale un trattamento sanitario obbligatorio può essere imposto solo se tutela contemporaneamente la salute dell’individuo e l’interesse della collettività a evitare che la malattia del singolo leda la salute dei terzi, come avviene, per esempio, con le vaccinazioni obbligatorie. Non appare corretto, infine, l’avere imposto soltanto al Mmg il compito di raccogliere le Dichiarazioni anticipate di trattamento, (Dat) perché ci sono situazioni nelle quali è giusto e opportuno che questo compito venga affidato al medico che in ospedale o nell’hospice si prende cura del malato.
L’auspicio, quindi, è quello che i deputati, dopo un’opportuna pausa di riflessione, correggano le anomalie contenute nel Ddl in oggetto, regolando diversamente la materia.
* professore a contratto di Bioetica alla facoltà di Giurisprudenza dell’ Università dell’Insubria
giovedì 29 gennaio 2009
INFORMAZIONE AI CITTADINI PER LA SICUREZZA DELLE MEDICINE COMPLEMENTARI E NON CONVENZIONALI
ISS/SIF/CMN
Istituto Superiore di Sanità, Roma
Società Italiana di Farmacologia, Milano
Centro di Medicina Naturale, USL11 Empoli
INFORMAZIONE AI CITTADINI
PER LA SICUREZZA DELLE MEDICINE COMPLEMENTARI
E NON CONVENZIONALI
Vinci, 11 dicembre 2008
ISS/SIF/CMN
LE CONOSCI ?
1. COSA SONO ?
Queste medicine e pratiche, nel loro insieme, sono di volta in volta connotate come:
complementari, non convenzionali, integrative, tradizionali, non ortodosse, olistiche, naturali, dolci,
ed altro ancora.
Costituiscono un insieme di terapie, talvolta considerate anche alternative, molto diffuse in Italia
e nel resto del mondo. Le più conosciute sono l’agopuntura e la medicina tradizionale cinese,
l’omeopatia, la fitoterapia, le manipolazioni osteo-articolari e la medicina ayurvedica.
2. FUNZIONANO ?
Nella maggior parte dei casi l’efficacia è basata sull’uso e la pratica consolidata, piuttosto che su
evidenze prodotte con gli stessi metodi scientifici utilizzati per i trattamenti convenzionali.
Attualmente un numero crescente di studi ne avvalora l’impiego in alcune situazioni: per esempio,
l’agopuntura per particolari tipi di dolore e la fitoterapia in alcune forme di depressione. In molti
casi tecniche o prodotti di origine naturale possono giocare un ruolo utile nel miglioramento della
qualità della vita piuttosto che per la cura delle malattie.
In alcuni Paesi o Regioni sono offerte dai servizi sanitari pubblici.
3. SONO SICURE ?
Queste terapie sono in genere ritenute responsabili di minori effetti collaterali rispetto alle
terapie convenzionali.
E’ sbagliato, però, il concetto che i prodotti “naturali” (prodotti erboristici, integratori,
fitoterapici, omeopatici, ecc.) siano sicuri per definizione: tutti possono provocare effetti
collaterali, reazioni allergiche o possono interagire con altri farmaci. Oltretutto, per legge, non
hanno un foglietto illustrativo con avvertenze o indicazioni per l’uso.
4. QUALI SONO I RISCHI ?
La salute del cittadino può essere messa a rischio, quando queste terapie sono consigliate o
prescritte in modo non appropriato o senza la dovuta competenza, per uno o più dei seguenti
motivi:
·assenza o ritardo di diagnosi
·ritardo o abbandono senza motivo di terapie appropriate
·sostituzione di medicinali convenzionali con preparati “naturali” non adeguati
·preparazioni domestiche con erbe spontanee non controllate e non sicure
·preparati contenenti piante o estratti non idonei, contaminati, adulterati o tossici
·prodotti a composizione sconosciuta o con etichette non adeguate
·assunzione di dosi non corrette
·assunzione contemporanea di prodotti “naturali” e farmaci di sintesi: in alcuni casi è possibile
avere un aumento della tossicità dei farmaci o una riduzione della loro efficacia
5. COME INFORMARSI ?
Esistono riviste scientifiche o testi specifici dove si trovano informazioni controllate, sicure e
documentate. Esistono tuttavia anche molti libri e riviste divulgative su queste terapie, che non
sempre riportano dati affidabili, perché non verificati né verificabili, o comunque non documentati.
Sempre più frequentemente Internet costituisce un punto di riferimento per ottenere
informazioni su trattamenti medici anche non convenzionali o “alternativi”. Occorre però tener
presente che un sito è affidabile se riporta il responsabile delle informazioni, le indicazioni per i
contatti, la data di aggiornamento ed è privo di pubblicità per la vendita di prodotti.
ISS/SIF/CMN
RICORDA …
1. PARLANE CON IL TUO MEDICO
Se pensi di poterti curare con una di queste terapie parlane comunque sempre anche con il tuo
medico curante.
2. NON ABBANDONARE
Non abbandonare in nessun caso le terapie convenzionali senza averne discusso con il medico.
3. NON AFFIDARTI
Non affidarti a ”presunti” ricercatori o esperti, al sentito dire, al fai-da-te o ai consigli di amici e
conoscenti.
Non affidarti all’automedicazione se non per disturbi minori o piccole patologie, e comunque di
breve durata. Parlane sempre con il farmacista o con il medico.
4. NON ASSUMERE NE’ RACCOGLIERE
Non assumere prodotti a composizione segreta, privi di etichetta, o senza consiglio di un esperto.
Non assumere, se non prescritti, prodotti naturali in gravidanza o allattamento. In campi, prati o
boschi non raccogliere erbe spontanee per farne preparati ad uso medicinale
5, DIFFIDA
Diffida di canali distributivi come Internet o delle vendite domiciliari prive delle dovute garanzie.
Diffida della pubblicità di terapie o rimedi miracolosi.
6. INFORMATI
Informati sempre sui reali vantaggi di ogni terapia, sulle garanzie di sicurezza ed efficacia, e in
particolare quando ti venga proposta come sostitutiva di quella convenzionale.
7. CONSULTA
Consulta sempre un medico o un farmacista quando devi o vuoi somministrare un prodotto naturale
a un bambino o a un anziano, anche se sani, e a maggior ragione se ammalati o in terapia con altri
farmaci
8. AFFIDATI
Per una terapia complementare o non convenzionale affidati sempre a un medico esperto,
chiedendo al tuo medico di famiglia, alla tua ASL, all’ Ordine dei Medici della tua Provincia e a
Società Scientifiche accreditate.
9. CONSERVA
Conserva i prodotti nella loro confezione di origine, lontano dalla portata dei bambini, all’ asciutto,
lontano da fonti di luce o di calore.
10. SEGNALA
Segnala sempre al tuo medico o al farmacista ogni sospetta reazione avversa a un medicinale o
prodotto naturale.
Segnala all’ Ordine dei medici o dei farmacisti chiunque ti prescriva o pratichi terapie
complementari, non convenzionali, o “alternative”, senza averne i requisiti professionali.
ISS/SIF/CMN
Istituto Superiore di Sanità, Roma
Società Italiana di Farmacologia, Milano
Centro di Medicina Naturale, USL11 Empoli
con il contributo di
Centro di riferimento per l'Agopuntura e MTC della Regione Toscana, Firenze
Centro di riferimento per l'Omeopatia della Regione Toscana, Lucca
Centro di riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana, Empoli
Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata (SIOMI)
Società Italiana di Medicina Omeopatica (SIMO)
Il documento è stato sottoscritto da
Accademia di ElettroAgopuntura sec.Voll (AdEAV e MNC), Gubbio
Associazione Eco, Bologna
Associazione italiana di fitoterapia e fitofarmacologia (AIFF), Napoli
Associazione Medica Italiana di Omotossicologia, AIOT, Milano
Associazione Medici per l'ambiente, ISDE Italia
Associazione Medicina e Complessità (AMeC), Trieste
Associazione Nazionale Medici Fitoterapeuti (ANMFIT), Empoli
Associazione Omeopatica Dulcamara
Associazione Pazienti Ayurvedici ATAH, Bologna
Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona
Associazione per lo Studio delle Neuroscienze e le Terapie Integrate in Psichiatria Asclepieion
Associazione di Ricerche e Studi per la Medicina Antroposofica (AReSMA ), Milano
Ass. Scientifica intern. Medicina Tradizionale, Complementare e Scienze affini (OLOSMEDICA)
Centro Agopuntura-EBM, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Firenze
CiaoLapo Onlus, Associazione per la gravidanza a rischio e la salute perinatale
Comitato Permanente di Consenso e Coordinamento per le MnC in Italia , Bologna
Federazione Italiana delle Associazioni e dei Medici Omeopatici (FIAMO), Terni
Federazione Italiana Società di Agopuntura (FISA), Bologna
Federazione delel Società Medico-scientifiche Italiane (FISM), Milano
Fondazione Matteo Ricci, Bologna
Istituto internazionale di Studi Tibetani Shang Shung, Arcidosso
Liga Medicorum Homeopathica Internationalis - Vicepresidenza italiana
Società Italiana di Medicina Antroposofica (SIMA), Milano
Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), Firenze
Società Italiana di Medicina Integrata (SIMI), Perugia
Societa' Scientifica Italiana di Medicina Ayurvedica (SSIMA)
SS Dipartimentale del Coordinamento di MnC, ASL NA1
sabato 13 dicembre 2008
Perché i pazienti scelgono le Medicine Complementari?
Tutti sanno che le Medicine Complementari (CAM) sono molto diffuse e alcuni conoscono i fattori connessi a tale diffusione: pochi però sono in grado di definire in che modo questi fattori portano a questo risultato
di Francesco Macrì
Diversi sono stati i modelli interpretativi adottati nel tempo per definire e comprendere lo sviluppo delle discipline complementari tra la popolazione; tra essi, quello socio-comportamentale è stato quello che ha riscosso maggiore interesse, anche se il tema deve ancora essere definito in tutti i suoi vari aspetti. Ecco perché due autori canadesi, Fuschia M. Sirois e Rebecca J. Purc-Stephenson, si sono proposti di raggiungere due importanti obiettivi: da una parte applicare e verificare la efficacia di un modello di "decision making" del consumatore per individuare il ruolo di alcuni fattori implicati nel determinare la decisione di terapia; dall'altra esaminare in modo specifico tale ruolo in due diversi sottogruppi di pazienti: un gruppo di utilizzatori recenti (o, comunque, discontinui) e un gruppo di utilizzatori regolari. L'impostazione della ricerca si basa su alcune considerazioni che riguardano vari modelli di "consumer decision making" proposti nel tempo, selezionando tra tutti quello di Kanuk e Shiffman (2000) che sembra essere il più adeguato, in quanto non si limita ad elencare i vari fattori implicati, ma formula anche uno schema interpretativo di come tali fattori tra essi si correlano. I parametri presi in considerazione sono stati suddivisi in: influenze esterne (ad esempio il consiglio di parenti e amici); aspetti psicologici individuali (ad esempio la soggettiva percezione dei sintomi); insoddisfazione con la medicina convenzionale (è una motivazione molto frequente per la scelta di terapia CAM); aspettative di ruolo (legate in parte a come il paziente intende che debba svilupparsi il rapporto tra se' stesso e il medico). Il presupposto è comunque quello secondo il quale i fattori implicati nella scelta terapeutica dei consumatori saltuari siano diversi da quelli implicati nella scelta dei consumatori abituali. Lo studio è stato condotto a Ontario, in Canada, è durato 14 mesi e ha coinvolto undici cliniche di Medicina Convenzionale (CM) e sedici cliniche di Medicine Complementari (CAM). Sono stati distribuiti 679 questionari di cui 242 sono stati compilati e restituiti (tre non sono stati valutati per dati mancanti), di essi 142 (59%) hanno interessato cliniche in cui si esercitavano con regolarità discipline di tipo complementare. I pazienti dello studio canadese sono stati suddivisi in tre gruppi: 54 fruitori solo di medicina convenzionale (CM), 112 fruitori regolari di CAM (rCAM) e 73 fruitori sporadici o da poco tempo di CAM (irCAM). Le conclusioni dello studio hanno confermato che la maggior parte (88,1%) dei pazienti che usano le CAM scelgono tale terapia in associazione alla CM e solo tra il 16,1% di coloro che usano regolarmente le CAM le usa in sostituzione della CM. Le percentuali delle CAM utilizzate sono 77,8% per la chiropratica, 71,4% per il massaggio, 35,7% per l'omeopatia e naturopatia, il 20,5% per l'agopuntura, l'11,9% per la reflessologia e il 7,6% per il reiki. Il 70,5% dei pazienti CM si dichiara disposto ad usare le CAM nel caso venissero raccomandate e l'83,7% nel caso di fallimento della CM. Il 67,5% dei pazienti CAM ha fatto la scelta per fallimento della CM e il 71,2% dietro suggerimento di amici e parenti. Il 55,7% a causa di effetti collaterali con la CM, e ciò soprattutto tra i pazienti rCAM. Il punteggio di soddisfazione derivato da più parametri (soddisfazione generale, qualità tecnica, comunicazione, accessibilità, rapporto medico-paziente, tempo a disposizione) è stato in genere più elevato per i pazienti CM rispetto ai pazienti CAM. Per i fattori determinanti la decisione terapeutica, i pazienti irCAM riportano più frequentemente una sensazione soggettiva di gravità di malattia cronica e scarsa soddisfazione per la qualità tecnica della CM. I pazienti rCAM hanno più spesso aspettative per una politica sanitaria più egualitaria. Lo studio è in parte inficiato dall'alta percentuale di questionari non restituiti (64,4%) che rende non utilizzabili ad esempio i dati demografici: le caratteristiche del campione potrebbero essere in realtà le caratteristiche di quella parte del campione più motivata a partecipare. Lo studio offre però un possibile modello di indagine epidemiologica sui fattori determinanti la scelta delle CAM da parte dei pazienti e alcuni interessanti spunti di riflessione su alcuni di questi fattori già segnalati in altri lavori. Si conferma infatti che il ricorso alle CAM avviene soprattutto per delusione nei confronti della CM o, comunque, a causa degli effetti collaterali che la CM comporta e che la grande maggioranza dei pazienti ricorre alle CAM considerandole complementari rispetto alla CM.
Compl Health Practice Rev, 2008, 13, (1), 3
giovedì 4 dicembre 2008
L'efficacia dell'acupressione a livello del polso nell'insonnia: uno studio italiano
L'insonnia è un problema importante che diminuisce la qualità di vita dei pazienti che ne sono affetti. E' dovuta a varie cause, una di queste è senza dubbio l'ansia. Il suo meccanismo è complesso e non del tutto conosciuto: la melatonina e il suo ritmo circadiano sembra avere un ruolo importante.
Poiché è noto che agopuntura e acupressione a livello di ShenMen (Ht 7) possono aiutare nel trattamento dell'ansia e dell'insonnia, un gruppo di ricercatori italiani ha voluto verificare l'efficacia di un apparecchio per l'acupressione a livello di Ht 7, durante la notte. I fattori valutati sono stati l'ansia e la salute in generale, la qualità del sonno e la concentrazione urinaria di alcuni metaboliti della melatonina.
Sono stati quindi selezionati 40 pazienti sofferenti di insonnia e randomizzati in due gruppi, che hanno ricevuto un trattamento con acupressione a livello di Ht 7 oppure placebo, in doppio cieco, per venti notti. I dati ottenuti indicano che l'apparecchio testato sembra essere efficace per migliorare la qualità del sonno e il livello di ansia; inoltre i livelli del metabolita della melatonina sono stati considerati normali nella maggior parte dei pazienti trattati con l'apparecchio, rispetto al gruppo trattato con placebo. In conclusione, gli studiosi definiscono l'apparecchio testato come un ausilio valido per l'insonnia, privo di effetti collaterali ed in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Nordio M, Romanelli F.Efficacy of wrists overnight compression (HT 7 point) on insomniacs: possible role of melatonin?Minerva Med. 2008 Dec;99(6):539-47.
martedì 21 ottobre 2008
L’agopuntura allevia i disturbi vasomotori in pazienti sottoposte a terapia antiestrogenica - 14/10/2008 di Roberto Gatto
Nell’Aprile passato, nel corso della VI European Breast Cancer Conference (EBCC-6) tenutasi a Berlino, fu presentato uno studio norvegese randomizzato e controllato nel quale si concludeva che l’agopuntura è efficace nell’alleviare le vampate di calore di pazienti operate per carcinoma mammario e sottoposte a terapia antiestrogenica con tamoxifene.
A distanza di sei mesi, nel 50° Meeting Annuale dell’American Society for Therapeutic Radiology and Oncology (ASTRO) sono stati illustrati i risultati di uno studio condotto all’Ospedale Henry Ford di Detroit. Lo studio ha riguardato 47 pazienti precedentemente operate per carcinoma mammario ed in terapia con tamoxifene o con l’inibitore dell’aromatasi anastrozolo.
Secondo i ricercatori, l’ottanta per cento delle pazienti sottoposte a terapia antiestrogenica soffre di disturbi vasomotori come conseguenza della terapia stessa. Fra i farmaci più frequentemente utilizzati in queste pazienti per il trattamento delle vampate di calore vi è un antidepressivo inibitore della ricaptazione della serotonina, la venlafaxina.
Lo studio ha riguardato 47 pazienti operate di carcinoma mammario, in terapia antiestrogenica con tamoxifene o anastrozolo, che lamentassero almeno 14 vampate di calore alla settimana. Le pazienti sono state casualmente suddivise in due gruppi, uno trattato con venlafaxina, l’altro con 16 sedute di agopuntura, (due alla settimana per le prime quatto 4 settimane, una alla settimana per le otto settimane successive). Entrambi i gruppi hanno ricevuto un trattamento della durata di tre mesi. Alle pazienti è stato richiesto di tenere un diario giornaliero sulla frequenza e l’intensità delle vampate di calore a partire dalla settimana precedente l’inizio del trattamento, per le 12 settimane dello studio e ad intervalli regolari per un anno, successivamente alla conclusione della terapia.
Secondo gli autori entrambi i gruppi hanno registrato una diminuzione analoga e significativa delle vampate di calore, così come un miglioramento apprezzabile dei sintomi depressivi e della qualità della vita, e l’efficacia dell’agopuntura nel trattamento dei sintomi associati alla terapia antiestrogenica è considerata quantomeno equivalente a quella della venlafaxina.
Degna di nota, secondo gli autori, la differenza mostrata dai due gruppi negli effetti collaterali, in quanto “numerosi pazienti trattati con venlafaxina hanno registrato effetti collaterali quali nausea, xerostomia, cefalea, disturbi del sonno, capogiri, diplopia, rialzi pressori, stipsi, astenia, ansia”. Di contro, il gruppo trattato con agopuntura non ha segnalato alcun effetto avverso, ma, al contrario, ha manifestato effetti positivi quale maggior sensazione di energia, chiarezza mentale, desiderio sessuale ed un senso generale di maggior benessere rispetto a prima del trattamento.
Interessante il commento del dott. Jay Brooks, Chairman di Ematologia ed Oncologia all’Ochsner Health System di Baton Rouge, La: “Uno studio interessante, ma molto piccolo. Al momento, non raccomanderei l’agopuntura se non all’interno di una sperimentazione. Ci serve uno studio prospettico di maggiori dimensioni”.
Come dargli torto? Entrambi gli studi analizzano un campione di poche decine di pazienti, ma i risultati sono in linea con quelli di altre ricerche e, soprattutto, appaiono molto interessanti, sia dal punto di vista dell’efficacia che del risparmio sulla spesa sanitaria. Possiamo sperare che qualcuno, magari in Italia, magari contando su di un aiuto pubblico, sviluppi questo filone di ricerca?
venerdì 26 settembre 2008
Utile l’Agopuntura nella cefalea cronica - 15/09/2008
di Roberto GattoNuova prova d’efficacia per l’agopuntura, in base ai risultati di un lavoro pubblicato nel Luglio scorso su Cephalalgia, rivista della International Headache Society. La sperimentazione è stata condotta presso l’Università Charite di Berlino, nell’Institute for Social Medicine, Epidemiology, and Health Economics. Siamo abituati al fatto che le sperimentazioni occidentali sull’agopuntura, a causa della scarsità dei pazienti arruolati, in genere non raggiungano conclusioni definitive. Questa volta i numeri sono “cinesi”,dato che sono stati analizzati 15 056 pazienti. Scopo del lavoro era investigare l’efficacia dell’agopuntura in associazione agli usuali trattamenti nella terapia della cefalea cronica (almeno due episodi al mese, da più di un anno). Dei 15 056 soggetti arruolati (età media 44,1 +/- 12,8 anni, 77% femmine), 1 613 sono stati allocati a caso al gruppo attivo (agopuntura più terapie canoniche), 1 569 al gruppo di controllo (terapie canoniche). 11 874 soggetti che non avevano accettato di aderire alla randomizzazione sono stati assegnati ad un terzo gruppo non casuale, con l’intento di valutare se esistessero differenze tra i gruppi attivi randomizzato e non. Lo studio ha indagato il numero di giornate con cefalea, l’intensità del dolore e la “Qualità della vita connessa alla salute” (HRQL SF 36), rilevati a zero, tre e sei mesi. Nel gruppo attivo ed in quello non randomizzato ai pazienti sono state praticate 15 sedute di agopuntura nell’arco di 3 mesi. Dopo tre mesi il numero di giornate con cefalea era diminuito da 8,4 +/- 7,2 nel gruppo di agopuntura e da 8,1 +/- 6,8 a 7,5 +/- 6,3 nel gruppo di controllo (P <>
venerdì 12 settembre 2008
RINITE ALLERGICA
CASO CLINICO
C.L. 34 anni , femmina
Motivo consultazione:
Rinite allergica (acari , parietaria)
Atri sintomi:
Eccessiva voglia del dolce
Non altri segni di organi o visceri
Diagnosi
Deficit di Qi di Milza nella sua funzione di purificazione
Terapia:
-Shang ( mercante) Qu ( tortuosa) ,Ki 17
-Yin Tang
Nomi secondari:
Shang (mercante) Shi (alimentazione)
Gao (alto) Qu (tortuoso)
Analisi della sintomatologia.
La malattia allergica, secondo la S.I .d.A, dipende da un difetto di purificazione di Ying Qi eo del sangue.
La Ying Qi ( energia nutritiva) e il sangue, vengono messi in circolazione nei meridiani principali a partire dal meridiano del polmone per finire il circuito nel meridiano del fegato. Nel percorrere i meridiani principali passa negli organi dove le due sostanze subiscono un processo di purificazione. Alla fine del circuito Ying Qi e Xue passano al polmone e il polmone elimina l’impurità del Qi attraverso il naso e l’impurità del sangue attraverso la pelle.
Nel caso in cui il Qi non è stato purificato da uno o più organi l’impuro arriva al polmone e questo si manifesterà come rinite o asma mentre se non hanno purificato il sangue questa manifesterà come dermatite.
Nel caso descritto il sintomo “voglia del dolce” esprime un deficit di Qi di milza mentre la rinite ci specifica che la funzione che è in difetto è la funzione di purificazione del Qi.
Trattiamo allora il punto Ki 17 che è un punto specifico per la funzione di purificazione della Milza e aggiungiamo il punto locale Yin Tang liberare eventuali blocchi locali di energia.
Andamento clinico
Miglioramento della rinite (meno intensa la sensazione di chiusura e di scolo nasale) già dopo la prima seduta.
Scomparsa della sintomatologia allergica dopo tre sedute.
CADUTA DEI CAPELLI
CASO CLINICO
L. M. femmina di 35 anni
Motivo consultazione:
Effluvium capillorum da circa tre mesi
Altri sintomi:
Astenia psico-fisica al mattino
Inappetenza
Diagnosi
Deficit della funzione di raccolta del polmone
Terapia:
Lu 1
Nome del punto
Zhong Fu = viscere del centro
Ying Zhong Shu = trasportare per offrire il centro del petto
Fei Mu = Mu del polmone
Analisi della sintomatologia.
Nella caduta dei capelli bisogna pensare ad un deficit di Jing di rene.
Se la caduta dei capelli è legata all’età avanzata, alle malattie croniche, alle gravidanze ravvicinate, agli eccessi sessuali (che per noi significa stress) allora possiamo pensare che vi sia un vuoto di Jing renale primitivo: terapia = BL 52
In tutti gli altri casi il deficit di Jing è secondario a:
1. Vuoto di Qi Milza (nella funzione di trasformazione o di far salire) per cui il jing dei reni non viene consolidato dal Jing acquisito rispettivamente perché la milza non trasforma (Sp 10) o perché la milza non fa salire : Sp 6 e Sp18.
2. Vuoto di Qi di Polmone (nella sua funzione di abbassamento dei liquidi Ye torbidi al rene): Li 16
3. Vuoto di Qi di rene (funzione di afferrare i liquidi Ye torbidi abbassati dal polmone): Ki11
4. Vuoto di Qi di Stomaco (funzione di discesa): St 36
5. Presenza di umidità nel midollo che rende vano ogni tentativo di consolidare il midollo: GB 39
A dimostrazione vorrei citare solo alcuni brani del So Wen .
So Wen cap 10: “ L’osso si unisce ai reni il cui Jing si manifesta nei capelli. L’organo che domina i reni è la Milza ” e poi ancora “ gli alimenti troppo dolci indolenziscono le ossa e fanno cadere i capelli”
Il commento spiega: “I capelli sono il sovrappiù degli elementi costitutivi del Jing e del Sangue”
Naturalmente N.V.Nghi spiega che la Milza domina i reni a causa dei gioco dei 5 movimenti dove il movimento “nonno” inibisce il “nipote” ma per noi della S.I.d.A. la relazione Milza-rene è una relazione di dipendenza metabolica: se la milza non elabora il Jing acquisito si blocca la catena della nutrizione del midollo che passa per il polmone e rene.
So Wen cap. 9: “ I reni conservano il Jing dei 5 organi; la loro energia si manifesta nei capelli e la loro funzione consiste nell’alimentare le ossa”
Nel caso descritto siamo di fronte ad un blocco della funzione di “raccolta” del polmone (dei 4 elementi) della stagione autunno che porta ad un ripiegamento in profondità e nel rene in inverno.
L’astenia psico-fisica al mattino è il sintomo patognomonico della alterazione della funzione di raccolta del polmone. Questa alterazione comporta un vuoto secondario del rene.
È per questo che il S.W. al cap. 4 recita che le malattie di una stagione si manifesta nella stagione successiva e credo che si riferisca alla progressione stagionale dei punti Mu.
Andamento clinico
Diminuzione della caduta dei capelli appena il giorno dopo la seduta.
Dopo la seconda seduta la pz riferisce che non ha più la spico-astenia al mattino, buono l’appetito e i capelli non cadono più.
lunedì 21 luglio 2008
CURRICULUM VITAE
Rosanna de Paola , nata a Foggia il 02-05-1966,vive ad Acerra prov. di Napoli in via V. Veneto 63
Recapiti telefonici: 334-3552972 081-5202888.
Titoli di Studio:
- Diploma di Maturità Scientifica conseguito c/o il Liceo Scientifico "G. Marconi " di Foggia nell'anno 1984
- Laurea in Medicina e Chirurgia conseguita c/o la S.U.N. Seconda Università degli Studi di Napoli il 09-05-2003
- Abilitazione all'Esercizio della Professione di Medico Chirurgo nella Ia Sessione dell’Anno Accademico 2003
- Iscritta all’Ordine dei Medici -Chirurghi ed Odontoiatri di Napoli
- Attestato Corso di Formazione in Sicurezza e Tutela della Salute dei Lavoratori .( D.L. nn. 626/94 e 242/96 ) presso l'Università degli Studi di Napoli " Federico II" Centro Interdipartimentale di Ricerca L.U.P.T. rilasciato il 20 dicembre 1999.
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- Attestato di partecipazione convegno Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese in Reumatologia rilasciato in data 13 Dicembre 2003
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- Buona conoscenza della Lingua Francese (parlata e scritta) -Discreta conoscenza della Lingua Inglese.
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- Conoscenze informatiche : Ambienti Windows -Software grafica -Videoscrittura -Internet-Multimidia -Power-point .
- Esperienze di Tirocinio Pratico Ospedaliero Pre-laurea dal Maggio 1995 ad Ottobre 1995.
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- Ambulatorio di Dietetica e Nutrizione c/o I° Policlinico -S.U.N.
- Domande di Reperibilità nel Servizio di Continuità assistenziale ASL NA 1, ASL NA3 , ASL NA 4, ASL AV 1, ASL AV2 ,ASL CE1 , ASL CE2, ASL BN per l’anno corrente .
- Sostituzioni di Medicina di Generale
-Domanda di Inserimento nella Graduatoria Interna ASL NA 4 e ASL limitrofe incarichi provvisori e reperibilità.
- Domanda di Reperibilità nel Servizio di Assistenza ai Naviganti
- Iscritta al Corso di Agopuntura Quadriennale c/o La Fondazione Matteo Ricci – F. I .S .A dal 17 Gennaio 2004.
-Ha frequentato dal mese di Ottobre 2003 ad Ottobre 2004 l’ Ambulatorio di Medicina Generale c/o dott.Altobelli Antonio di Acerra
-Corso di Aggiornamento Scientifico “ Nuove acquisizioni nella prevenzione e nella gestione delle complicanze cardiovascolari nel paziente iperteso “ c/o Hotel Satura – Torre del Greco – in data 25 Marzo 2004 , organizzato dalla I.F.B. STRODER farmaceutici.
-Attestato di partecipazione al 18° Congresso di Agopuntura tenutosi a Bologna il 16 Maggio 2004 su L’Andrologia e le Malattie Urologiche in Agopuntura e MTC
-Attestato di partecipazione al Corso di Formazione su “ Etica e deontologia degli interventi assistenziali “- accreditato ECM- nei giorni 28 e 29 Giugno 2004 presso l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Napoli.
- -Dal 2 Maggio al 9 Agosto del 2004 ha lavorato c/o CENTRO DI DIAGNOSTICA NUCLEARE – SDN in via F. Crispi 8 a Napoli con contratto di lavoro autonomo come collaboratore laureato prestando la propria opera come medico prelevatore ed altri tipi di prestazioni mediche come : interpretazione esami di laboratorio, esecuzione ECG , montaggio e smontaggio Holter , Tamponi , Spirometrie e varie .
- Domande per incarichi di Guardia Medica Turistica per le ASL di NA 2, CE1, NA5, SA3,SA1.
- Attestato di partecipazione al Corso di Aggiornamento su : Attuali Aggiornamenti in Oncologia Mammaria “ Giuseppe Dama “ tenutosi in data 14 dicembre 2004 c/o L’Ordine dei Medici ed Odontoiatri di Napoli.
- Attestato di partecipazione all’attività di tipo FAD : “Le eparine ed i nuovi farmaci antitrombotici nella prevenzione del trattamento del tromboembolismo venoso “ organizzato dal provider EDRA spa e dalla Università degli Studi di Roma La Sapienza..
- Da Ottobre 2004 presta opera di collaborazione professionale per il Centro BIOLABOR , Diagnostica di Laboratorio ed Analisi Cliniche sito in Pomigliano D’Arco Via Fiume n° 8 .
- Attestato ECM con accreditamento di 12 Crediti Formativi per l’Evento di tipo FAD : “ La gestione della qualità nei servizi formativi rivolti ai medici di medicina generale “ organizzato a METIS Società Scientifica dei Medici di Medicina Generale Srl .il giorno 01/ 12/2004.
- Incarichi di reperibilità Continuità Assistenziale trimestrali ( Gennaio – Febbraio- Marzo 2005 ) presso la ASL NA 4 , nonché ASL di appartenenza.
- Attestato ECM con accreditamento di 11 ecm per l’Evento : Diagnostica in Agopuntura ed MTC tenutosi i giorni 5-6 Marzo 2005 a Napoli ed organizzato da Formazione Medica S.r.l. Via Canova 13 40138 Bologna .
- Frequenza al Corso di Aggiornamento ECM dal tema: “Aspetti Medico-Legali in Medicina Generale” tenutosi al Novotel di Capodrise il giorno 2 aprile 2005 .
- Attestato ECM con accreditamento di 10 ecm per l’Evento di tipo FAD : “ Clinical Governance in Oncologia “ organizzato dall’AIOM – Associazione Italiana di Oncologia
Medica il giorno 23 /04/2005.
- Attestato ECM con accreditamento di 12 crediti formativi per l’Evento di tipo FAD :
“ Conferenza Nazionale per lo Scompenso Cardiaco 2004 – I e II - III e IV Sessione “ organizzato dall’ANMCO – Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri dell’Università degli Studi di Firenze e la collaborazione di OKMedico. It il giorno 23/04/2005.
- Attestato ECM con accreditamento di 3 crediti formativi per l’Evento di tipo FAD :
Il Management Sanitario per il MMG - Il Budget e il Medico di medicina generale “
Organizzato da OKMedico.it/ Luma srl. il giorno 23/04/2005.
- Attestato di partecipazione al 3° Corso di Formazione ECM dal titolo:” Cellule Staminali :
dalla biologia alla clinica organizzato dall’A.I.D.M. / Medical Women’s International Association , Sezione di Napoli “ Polimnia Marconi “ tenutosi i giorni 7- 8 novembre 2005 presso L’ Ordine dei Medici di Napoli.
- Dal giorno 17 / 07 / 2006 al 29 / 07 /2006 sostituisce la Dott.ssa Mocerino Rita iscritta nell’
Elenco dei Medici di Medicina Generale della ASL NA4 Distretto 69 Acerra NA.
- Dal giorno 10/ 04/ 07 al 14 / 04 / 07 ha sostituito il Dottor Caniglia Domenico iscritto
nell’elenco dei Medici di Medicina Generale convenzionati con la ASL NA 4 Distretto 69 Acerra (NA).
- Il giorno 9 giugno del 2007 ha partecipato al Corso di Aggiornamento denominato : “ La
Gestione del paziente diabetico “ Auditorium Villa dei Fiori , Acerra ( NA)
- Ha partecipato al VI Corso di Aggiornamento Medico Multidisciplinare organizzato da S.I.F.A.M.E.D. e tenutosi a Napoli dal 2/5/2007 al 13/ 6 / 2007 presso l’ Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Napoli con assegnazione di 12 crediti formativi E.C.M.
- Il giorno 1 Luglio 2007 ha superato con esito finale di 89 /100 l’esame del quarto anno di
Corso Quadriennale , nonché di Diploma in Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese della Scuola Matteo Ricci sede di Napoli .
-Nel corso dei mesi di Febbraio –Aprile del 2008 consegue l’Attestato per il Corso di Perfezionamento in Omeomesoterapia rilasciato dall’A.I.O.T. ( Associazione Medica Italiana Omotossicolgia )
- Ha partecipato agli Eventi FAD formativi : Infezioni delle vie urinarie nel bambino
con 2 crediti E.C.M. , Varicella con 1 credito E.C.M. superati il 7 / 08 / 2007.
- Dal giorno 30 /07/ 07 al 13 / 08 / 07 sostituisce il Dott. Serzioi Antonio convenzionato con
La ASL NA 4 Distretto 69 Acerra ( NA) .
- Dal giorno 16 / 08 /07 al 31 /08 / 07 sostituisce il Dott. Serzio Antonio Medico di Medicina
Generale convenzionato con la ASL NA4 Distretto 69 Acerra ( NA)
- Dal giorno 16 / 08 / 07 al 24 /08/ 07 sostituisce la Dott.ssa Mocerino Rita Medico di
Medicina Generale convenzionato con la ASL NA4 Distretto 69 Acerra (NA) .
- Il giorno 20 settembre 2007 ha partecipato al Concorso per il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale .
- Attualmente collabora con il Laboratorio di Analisi cliniche Biolabor Via Fiume 8
Pomigliano D’Arco (NA) .
- Ambulatorio di Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese- Mesoterapia Omotossicologica
C.so Resistenza n° 6 -80011 Acerra ( NA) .
Le Droghe Vegetali della Medicina Tradizionale Cinese nella Farmacopea Europea - 12/07/2008
Le Droghe Vegetali della Medicina Tradizionale Cinese nella Farmacopea Europea - 12/07/2008
Franco Francesco Vincieri
Nella Comunità Europea, l’ utilizzo a scopo terapeutico di una droga in generale, e pertanto anche di quelle della Medicina Tradizionale Cinese (MTC), comporta oltre che alla valutazione della sua sicurezza e della sua efficacia, il controllo della sua qualità. La determinazione della qualità rappresenta peraltro un punto fondamentale in quanto anche la sicurezza e l’efficacia stesse dipendono in parte dalla qualità. Infatti, la sicurezza può essere compromessa da impurezze presenti nelle droga, impurezze che possono determinare effetti indesiderati e/o tossici, mentre la stessa efficacia può venire meno se la droga non risulta conforme agli standard di qualità previsti.
Nella Comunità Europea la qualità dei fitoterapici nasce dall’osservanza delle relative linee guida dell’EMEA (CPMP/QWP/2819/00 Rev 1; EMEA/CPMP/QWP/2820/00 and EMEA/CVMP/815/00 Rev.). Queste linee guida relativamente alla qualità dei prodotti di partenza e cioè delle droghe vegetali e delle loro preparazioni rimandano, se presenti, alle relative monografie della European Pharmacopoeia (Eu.Ph.). La presenza quindi nella Eu.Ph. di una monografia a cui riferirsi semplifica di molto il relativo dossier in quanto l’aderenza della droga vegetale e/o della sua preparazione alle specifiche della sua monografia di farmacopea ne garantisce la qualità.
Il programma dell’inserimento di monografie di droghe vegetali della Medicina Tradizionale Cinese nella Eu.Ph. era già da tempo in atto da parte di entrambi i Gruppi di Esperti delle Droghe Vegetali 13A e 13B della Eu.Ph.. Nel 2007 è stato istituito dalla European Pharmacopoeia uno specifico Traditional Chinese Medicine-Herbals Working Party (TCM-HWP), costituito da esperti di vari Paesi della Comunità Europea , avente come compito esclusivo la realizzazione di monografie delle droghe vegetali della MTC. IL TCM-HWP, la cui prima riunione è stata fatta nel Gennaio 2008, sta prendendo in considerazione per prima cosa il lavoro già iniziato dai Gruppi 13 A e 13 B in materia di droghe vegetali della MTC per finalizzarne le monografie già iniziate. Proseguirà quindi con la realizzazione delle monografie delle più importanti droghe vegetali della MTC basandosi sulle esistenti monografie della Pharmacopoeia of People’s Republic of China (Ch.Ph. ). Queste monografie dovranno essere attentamente valutate dal punto di vista sperimentale ed opportunamente modificate secondo i requisiti e lo stile della Eu.Ph. .
Il procedimento non è semplice e vi sono alcuni punti da considerare. Il primo è che nelle monografie delle droghe vegetali presenti nella Ch.Ph. vengono riportate determinate caratteristiche che non potranno essere riportate nella Eu.Ph. Si tratta delle azioni della droga secondo la MTC , le sue indicazioni terapeutiche, il suo uso ed il suo dosaggio. Si deve inoltre considerare che le proprietà di una droga della MTC sono definite nel contesto delle teorie della MTC. Queste proprietà sono ritenute insite nella droga intera e non nei singoli costituenti chimici in essa presenti. Pertanto i saggi dei singoli costituenti chimici sono considerati non fondamentali per la valutazione della qualità in senso tradizionale. Pertanto nelle monografie della Ch.Ph. si tende in genere a sviluppare metodiche analitiche di tipo generale che prendano in maggior considerazione la valutazione dell’intera classe dei composti presenti piuttosto che del singolo o dei singoli componenti. Ad esempio, di una droga vegetale si preferisce valutare il contenuto totale di flavonoidi presenti rispetto alla valutazione di un singolo o di ogni singolo componente (markers). Il valore del contenuto totale dei flavonoidi, unitamente ad una ben precisa identificazione botanica macro e microscopica sono spesso considerati dalla Ch.Ph. dati sufficienti per caratterizzare la droga in modo univoco. Molte monografie della Ch.Ph. prevedono comunque anche saggi di identificazione cromatografici quali-quantitativi, basati sul singolo o sui singoli markers, ma questi spesso non hanno le caratteristiche di quelli previsti dalla Eu.Ph.. Infatti la Eu.Ph. seleziona i markers sulla base della conoscenza del loro ruolo nell’azione terapeutica della droga e/o della sua preparazione. Vi sono quindi dei markers che sono i responsabili dell’attività terapeutica della droga (markers terapeutici) , markers che pur non essendo responsabili dell’attività terapeutica della droga contribuiscono alla stessa (markers biologici) ed infine dei markers che non sono in alcun modo coinvolti nell’attività terapeutica della droga . Quest’ultimi markers possono a loro volta essere distinti in markers specifici, quando sono caratteristici della droga in oggetto, e markers ubiquitari quando invece son presenti in diverse droghe. In base a queste considerazioni quindi non è detto che il marker o i markers e la relativa metodologia impiegati dalla Ch.Ph. per l’identificazione di una droga e/o di una sua preparazione possano essere utilizzati per la corrispondente monografia da inserire nella Eu.Ph.
Infine si deve considerare che molte delle droghe vegetali ed animali presenti nella Ch.Ph. hanno subito un trattamento che risulta fondamentale per l’uso corretto delle stesse nella MTC . I tipi di trattamenti ed i loro scopi sono i più vari. Fra i trattamenti più comuni possiamo citare quelli che utilizzano i processi meccanici, quelli che impiegano l’acqua, il calore o una combinazione di calore e di acqua o di altri liquidi come aceto, vino etc.. Anche gli scopi di questi trattamenti sono diversi. Fra i principali possiamo citare quelli di ridurre gli effetti collaterali della droga, di aumentare la conservabilità, la solubilità e la stabilità. Quindi nella Ch.Ph. accanto a monografie di droghe vegetali ed animali come tali esistono anche le corrispondenti droghe “processed”. Questa tipologia di droghe dovrà essere attentamente considerata in modo da rispettare i requisiti della Eu.Ph.
Professor Franco Francesco Vincieri
Ordinario di Tecnologia e Legislazione Farmaceutica Facoltà d Farmacia Università di Firenze
Integrated clinics have already been established in response to community demand
CAM practitioners and “regular” doctors: is integration possible?
eMJA, 2004, 180 (12), 645-646
Integrated clinics have already been established in response to community demand. The growing evidence base for complementary and alternative medicine (CAM) and its widespread community use compels doctors to understand complementary therapies and to refer patients to CAM practitioners where appropriate. Most general practitioners have patients with chronic illness who could benefit from the services of CAM practitioners, and virtually all CAM practitioners have patients who require access to mainstream diagnosis and therapy. Collaboration requires shared respect and trust, and education. Dangers of not integrating care include delaying or depriving patients of safe and effective management, and the potential for harmful interactions. Integration is currently being supported by government initiatives such as the new MedicarePlus package, as well as by initiatives from organisations such as the Australian Medical Association, the Royal Australian College of General Practitioners and the Australasian Integrative Medicine Association.
E' possibile l'integrazione tra CAM e medici di Medicina Generale?
In un mondo ideale i medici dovrebbero essere ben preparati in un vasto campo di modalità e dovrebbero lavorare in stretta collaborazione con un'ampia varietà di specialisti e collaboratori della salute, includendo tra questi anche i medici di medicina complementare (CAM)
di Italo Grassi
In questa situazione ideale, sostiene questo articolo australiano, sia il singolo paziente che l'intera comunità sarebbero i beneficiari della terapia integrata, olistica. E' evidente che la sanità sta lentamente dirigendosi verso questo ideale di cura e un numero crescente di forze sociali, professionali, etiche e scientifiche stanno favorendo questo cambiamento. Certamente, esiste una necessità di collaborazione, in quanto molti medici di medicina generale hanno pazienti di malattie croniche che beneficerebbero dei servizi operati dai medici CAM e, praticamente, tutti i medici praticanti CAM hanno pazienti che richiedono l'accesso alle diagnosi e alle terapie della medicina generale. Vari sono gli ostacoli a questa integrazione: tra questi vengono citati la questione legata alle credenziali e alla regolamentazione dei medici CAM, le differenti terminologie tra le discipline, un'imparzialità di accesso nei diversi ambienti della salute, il requisito per un'evidenza basata sulla pratica, appropriati modelli di fondo e questioni medico-legali. Ma a discapito delle avversità, questa integrazione è già avvenuta.
La comunità australiana ha già integrato CAM e medicina generale; inoltre servizi CAM sono già disponibili in alcune cliniche "multidisciplinari", dando un'adeguata risposta alle richieste del mercato sanitario. All'estero, in paesi lontani come la Cina, medicina generale e CAM da lungo tempo coesistono in modo integrato sia negli ambienti ambulatoriali che in quelli ospedalieri. Da una parte all'altra del mondo occidentale, l'ambiente sanitario sta rapidamente cambiando e la passata decade ha visto un progressivo movimento di terapie CAM in medicina generale. In Australia questa situazione è evidenziata da vari fattori: un aumentato numero di corsi di medicina naturale, corsi con una qualifica universitaria; l'accettazione di alcuni servizi CAM da parte delle assicurazioni private della salute; l'entrata in vigore di registri per la medicina cinese nello stato di Vittoria, con la raccomandazione per gli altri stati di seguire questa direzione. L'integrazione della medicina complementare nella pratica generale è stata data da un'autorizzazione dell'Australian Medical Association (AMA), nel 2002, sostenendo che "le medicine complementari possono avere un ruolo importante nella pratica della medicina generale ". Importante è, quindi, giungere ad una collaborazione tra medici di medicina generale e medici CAM, superando le esitazioni dei primi e il sentimento di minaccia avvertito dai secondi, tramite una maggior cultura medica in entrambi i gruppi. Questa collaborazione richiede una condizione di reciproco rispetto e fiducia, assieme al tempo necessario a favorire relazioni stabili e forti.
eMJA, 2004, 180, (12), 64
martedì 15 luglio 2008
STRATIFICAZIONI ENERGETICHE
TAI YANG
E' in alto. E' l'apertura dei soffi per uscire, espandersi, manifestarsi all'esterno nella grandezza (yang supremo); in questo è affine al movimento dell'estate.
E' la diffusione del soffio yang del cielo nell'uomo, ad indirizzare e fecondare lo yin della terra. E' quindi legato alla capacità di essere ispirati a ri-crearsi.
E' il padre, la regola: l'insieme di norme di comportamento che costituiscono il riferimento intimo dell'individuo. Rispetto a queste regole "paterne" si può avere sudditanza per una non differenziazione, ribellione e negazione per una opposizione in cerca della differenziazione, o una carenza per l'assenza della figura paterna. Costituiscono sempre un riferimento profondo, nel bene e nel male Nell'equilibrio il soggetto riesce ad integrare la figura paterna nella propria differenziazione e diventa un "buon padre" di se stesso e poi dei suoi figli
E' da ricordare che queste regole sono di tipo "strutturale ", legate all'organizzazione della vita e dell'individuo (la Vescica), a cosa fa e cosa porta a termine (Intestino Tenue), alla sua posizione eretta e fiera, alla sua dignità, nel seguire gli insegnamenti del cielo e dei padri.
Potremo ricercare, con Andés, le differenze tra la componente shou (intestino tenue), che rappresenta la "regola del fuoco", quindi il versante più spirituale e legato all'ispirazione e la componente zu (vescica), la "regola dell'acqua" più in funzione dell'organizzazione e della regolazione materiale (come i punti shu regolano gli zang fu).
Contiene più sangue che soffio, E’ legato ai disturbi della schiena.
Per le sue caratteristiche va differenziata dalla tipologia del Du Mai, con la quale ha molti punti di contatto; in quest' ultima prevalgono le caratteristiche di dominazione ed espansione rispetto a quelle di ispirazione e ri-creazione
I soggetti tai yang nell'equilibrio sono persone solide, forti, ricche di dignità e ben direzionati. Sono in grado, con un certo sforzo, di modificarsi in base a sopravvenute nuove ispirazioni, sempre in coerenza con i modelli originari.
Nello squilibrio hanno una cattiva o eccessiva strutturazione, capacità di prendere la propria direzione nella vita, avere le idee chiare, capacità progettuale e realizzativa essere arrivisti, invadenti, poco sensibili (prevalenza dell'esteriore sull'interiore), pragmatici, con una postura eretta, fino alla rigidità, fisica e psichica. La rigidità caratterizza il soggetto tai yang bloccato, che non sa più nutrirsi dell'ispirazione esterna (celeste) e quindi cessa di evolversi; ne risultano persone autoritarie, statiche, intolleranti alla critiche e agli altri modi di vivere.
Al contrario possono essere soggetti sbandati, senza riferimenti, in balia degli eventi, inconsistenti inaffidabili
Frequente è un rapporto problematico col padre, che si riversa in quello con i figli, o per eccessiva durezza o per scarsa incisività
Terapia: nodo- radice. 67V 1 V.
shu-lo. 64V 7IT
62V 11V 3IT (Radicamento e strutturazione, azione sulla colonna)
SHAO YANG
E' la superficie del corpo, il livello energetico esterno - biao
E' l'erranza nel corpo, il movimento dello yang che circola nella zona superficiale. E' il cardine del cancello, il perno dell'articolazione tra i segmenti in movimento.
Il messaggio del centro viene veicolato nel corpo intero attraverso questi due fuochi, il TR che porta il fuoco del ming men agli organi, la VB che porta il fuoco mediano, puro, all'esterno alle articolazioni, al movimento dell'individuo nel mondo, lo shao yang svolge così la funzione di regolare, "controllare le espansioni e le contrazioni. Il movimento è l'elemento chiave di questo asse.- il dinamismo (erranza). Ha più Qi che Xue, quindi legato all'energia più che alla struttura.
Sono soggetti irrequieti, dinamici, in continuo cambiamento da un’ attività all'altra o da un luogo all'altro. Non possono star fermi, né fisicamente né mentalmente; sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Lo stimolo esterno serve a innescare la messa in movimento.
Possono avere una grande capacità di comunicazione e di affetto con gli altri, e di circolare bene nel mondo".
Vi è un senso di giustizia, connotazione particolare della VB, profondo e universale: è l'espansione naturale del fuoco puro che alberga nell'essere umano, che lo accomuna e lo rende solidale ai suoi simili. E' una giustizia caratterizzata dalla solidarietà umana, che segue delle regole universali e può arrivare, se il fuoco divampa, a degli eccessi di tipo fanatico- nella giustizia del metallo vi è, invece, una connotazione di regolazione di separazione tra comportamenti leciti e illeciti, un riferimento a regole particolari che permettono agli individui di convivere. La prima è la giustizia che rende gli uomini fratelli tra di loro, la seconda è la giustizia che li rende cittadini dagli stessi diritti.
Le ingiustizie, soprattutto se caratterizzate dalla delusione ideale, possono bloccare l'asse e il movimento dell'individuo, fino alle grandi patologie artritiche o demielinizzanti (R. Brotzu).
La patologia è spesso di tipo motorio, legata a turbe delle articolazioni, tipica è !'erranza dei sintomi che cambiano e si spostano di sede. Lo yang all'esterno può essere in eccesso con sintomi in alto (cefalee temporali, irrigidimento nucale) e sensibilità agli agenti atmosferici (vento e umidità in particolare). Possono presentare metereopatia che in genere ha caratteri meno psichici dello Yang wei e meno anticipatori.
Tipica è la difficoltà delle messe in movimento, dell'inizio delle attività che poi proseguono normalmente. Anche psicologicamente il soggetto diviene apatico e spento se tenuto in una situazione stazionaria, e può non trovare le energie per tirarsi fuori; stimolato e spronato si mette in movimento e ritorna vivace ed efficiente: "ritrova la fantasia".
In vuoto può manifestare segni di cattiva circolazione nel mondo e difficoltà nelle scelte che comportano l'intraprendere una direzione per trovare la propria strada, con continui ripensamenti, indecisioni, o necessità di essere pungolati. Uno scarso fuoco ministro può portare a cattive compagnie e abitudini di vita (vizi, dipendenze).
Il tai Yang indica qual è la strada, lo shao yang la fa percorrere,- l'uno ispira, l'altro fa muovere. "Lo shao yang sono i piedi per camminare sulla propria strada" (J. Yuen). Nel tai yang patologico c'è rigidità (le indicazioni si fossilizzano), nello shao yang c'è paralisi.
Terapia: nodo- radice- 44VB - 191T.
shu-lo: 40VB - 5TR
5TR - 41VB : azione sulla risonanza sfruttando i punti chiave dei M. curiosi, molto attivo sui problemi articolari.
6TR - 37 VB azione più mirata sulle articolazíoni dell'altro
YANG MING
E' davanti, lo yang nel distretto dello yin a cogliere la luminosità, a raccogliere per portare nello yin E' fa fine della qualità yang che si chiude verso lo yin
La chiusura è sia nei confronti dello yang superficiale che viene fatto entrare nel profondo per dinamizzare lo yin, sia nei confronti delle energie esterne rispetto all'interno quindi con ruolo di protezione.
E' wei, ciò che tiene uniti i tessuti ed i sistemi, che li mantiene coesi, organizzati. Ha un ruolo nutritivo.
La penetrazione del mondo esterno avviene a livello dello stomaco- è qui che l'energia degli alimenti ha la possibilità di diventare energia dell'individuo. Lo stesso meccanismo vale per le energie psichiche e gli input ambientali.
Le caratteristica dei soggetti yang ming è quella di portare nel profondo per avviare una trasformazione, di raccogliersi per riflettere e trovare una coesione con la propria parte profonda. l'introspezione ha lo scopo di portare nella profondità della terra il seme perché possa fruttificare protetto e nutrito.
Questo processo di assimilazione, riflessione e trasformazione, può alterarsi con individui che sono troppo sensibili alle pressioni ambientati, poco "protetti", poco resistenti a un eccesso di stimolazione; ad esempio tollerano male il troppo rumore, la confusione, la folla.
Risentono degli atteggiamenti aggressivi e possono sviluppare delle patologie della superficie cutanea dove non si attua il movimento di protezione e di chiusura dello yang, con acne, foruncoli e simili. Tendono a creare delle barriere come difesa, con aumento di peso e di taglia, crescita di barba, malattie della pelle.
Possono mostrare una sensibilità eccessiva con tendenza a soffermarsi e rimuginare sugli eventi che ti investono.
Se gli stimoli esterni entrano poco filtrati creano confusione e dis-organizzazione, con perdita del riferimento al proprio centro (terra)- si avrà una persona disorientata, affannata, agitata (yang all'esterno ansiosa, con poca coesione, senza alleanza con se stessi.
La reazione opposta può essere quella di una "superficialità ad oltranza`. l'eccessivo
funzionamento della protezione ostacola la penetrazione nel profondo. Sono soggetti che consentono una interiorizzazione solo materiale, amano mangiare, come testimonia il ventre prominente; amano la compagnia, la convivialità i rapporti mondani, sempre tenuti su un piano superficiale, hanno mille conoscenti, una vita sociale ricca e organizzata in modo sorprendente- c'è sempre qualcosa da fare, senza, però, spazi di empatia e comunione. Al contrario sembrano impermeabili agli stimoli emotivi, cui danno sempre risposte pratiche, materiali, organizzative. Parlano delle malattie, anche gravi, proprie o dei familiari, con distacco pragmatico, senza far trasparire un coinvolgimento emotivo- non fanno entrare.
L'aspetto metallo dell'asse il grosso intestino, è (legato soprattutto alla nozione di protezione e di difesa (wei qi), quello terra (stomaco) di assorbimento e centralità
Terapia: nodo- radice- 45ST - 8ST
shu-lo: 42ST - 6GI
8 GI - 37ST (effetto valium). sovreccitazione, cammina come un pazzo, eccesso di disperazione.
9GI - 39ST: esaurimento, fatica da surmenage, cefalea, freddo alle ossa, arti intorpiditi.
25ST- cerniera celeste- tratta il portare in profondo.
TAI YIN
E' il movimento energetico di apertura. E' una apertura - madre, rispetto al tai yang che è apertura - padre.
Permette ai soffi di uscire a permeare la superficie per umidificare e nutrire di yin la pelle (in questo asse si avranno patologie cutanee da secchezza ed atrofia) e diffondere il soffio difensivo (malattie da raffreddamento).
E' lo yin maturo, lo yin fertile che si apre allo yang fecondatore e diviene madre.
E' un'apertura "sessuale" la disponibilità dei proprio yin profondo azione dello yang esterno. Nelle donne influenza la recettività sessuale, la penetrazione, il ruolo erotico femminile. Nell'uomo il coinvolgimento emotivo interiore, la messa in gioco del proprio yin oltre il ruolo di genere (lo yang il maschile), per una sessualità emotivamente "non sterile".
Regola la disposizione alla maternità alla ricettività che caratterizza una madre (nei confronti dei figli, propri e altrui). L'attività di sostegno della vita (polmone) e di nutrizione (milza) che caratterizzano il mammifero.
L'apertura dello yin all'esterno regola la capacità espressiva, la capacità di esporre al mondo la creazione interiore, di tradurre i moti dell'anima in opere, anche artistiche.
Lo squilibrio tai yin porta a chiusura. La persona è introversa, di poche parole, sia all'esterno che con i suoi cari; tende ad esprimere poco le proprie idee, non manda fuori la propria intimità- il mondo interiore è ricco ma non lo rende disponibile ad una lettura esterna La chiusura si può manifestare anche con atteggiamenti di contrazione, muscoli serrati, pugni chiusi, braccia conserte, gambe accavallate o strette.
Può essere rifiutato il ruolo di madre, con sterilità o non desiderio di gravidanza. In seguito si può manifestare con una non nutrizione dei propri figli, non desiderio di allattarli incapacità di gestire i problemi pratici dei neonati, mancanza di capacità affettive, fino all'abbandono (operazione di rottura, separazione, polmone).
Può essere rifiutata la sessualità femminile, la penetrazione, il "ruolo" erotico.
Nell'uomo si trova incapacità di coinvolgimento emotivo, di "scoprirsi", di fornire sostegno spirituale nella coppia e nella famiglia.
Vi può essere omosessualità per non accettazione della ricettività femminile- nel maschio non nasce da contrasti profondi tra il proprio maschile e femminile (yang qiao) ma da un movimento di chiusura, rifiuto della espressività sessuale e ripiego su un ruolo passivo.
Nei casi gravi la chiusura al mondo può investire tutti i piani con sindrome anoressica: non si fa entrare niente, né spirituale, né sessuale, né alimentare (e meno gli alimenti yang, con diete fredde e vegetariane).
Terapia: nodo- radice- 1 RT - 12VC shu-lo: 3RT - 7P 1 P - 3 RT tratta l'asse 7P - 4 RT,
sfruttando l'azione dei punti chiave dei curiosi
SHAO YIN (CONCRETIZZARE)
Il movimento di cerniera dello yin è letto come messa in movimento nel profondo, origine della circolazione yin. Più che una dinamizzazione spaziale come nello shao yang, si tratta dì un movimento temporale. Lo yin profondo facendo perno sullo shao yin risale con forza
Il zampillante" verso l'alto. Vi è la connotazione di impulso e di qualcosa che è profondo ma
ha uno slancio verso lo yang
E' la profondità, ciò sta alla base, le fondamenta. E' l'asse vitale acqua-fuoco.
Lo shao yin regola la vitalità dell'essere il suo amore per la vita. E' dominato dalla forza propulsiva del Rene e dall'ispirazione del Cuore. La caratteristica dell'asse è la capacità di concretizzare, di realizzare materialmente (rene) ciò che viene dallo spirito (cuore).
E' la femminilità, non nell'aspetto materno, ma in quello di impulsività, mistero (profondità), seduzione. Attraggono, seducono senza darsi da fare, sono difficili da conquistare. Regola un movimento che giunge nel profondo e risale, con un impulso di conquista che sfrutta l'attrattiva della forza interiore (rene) e dell'eleganza (cuore).
I soggetti shao yin in pieno sono ricchi di risorse interiori, motivati nel profondo ed orientati nell'azione. Coniugano bene gli aspetti materiali e pratici (l'asse parte dalla pianta del piede) con quelli ideali ed affettivi. Sono generosi, si impegnano di persona, responsabili e capaci di iniziativa.
In vuoto possono essere persone meschine, prive di buoni sentimenti; addirittura disoneste, che godono nel vessare i più deboli o i sottoposti, con reazioni improvvise, turbolente, indignate e colleriche; uomini senza principi.
Possono avere perdita dello slancio vitale. Si tratta di persone che esauriscono lo yin e passano improvvisamente da uno stato di grande salute fisica ed equilibrio mentale ad uno stato di malattia, con segni a carico dei due distretti acqua e fuoco.- ansie e disturbi psichici insieme a turbe delle ossa, cistiti ronzii uditivi Riferiscono di aver avuto un cambiamento di carattere e di sentire di non avere "controllo emotivo" e di provare un «senso di paura".
Capita spesso in menopausa quando i mutamenti dello yin causano squilibrio sull'asse. Possono esserci depressioni profonde.
Trattamento: nodo radice- 1 RN - 23VC
shu lo- 3RN - 5C (emotività)
4RN - 7C (paurosità)
regolazione con 9Rn - 6MC
JUE YIN
E' chiusura dello yin, circolazione di yin negli spazi yin
E' la fine dello yin la conclusione di un ciclo. Qualcosa che si compie per realizzare un seguito, un futuro. E' il mediatore tra due fasi, ciò che accompagna dall'una all'altra il servitore al servizio dei ciclo yin che deve finire e di quello yang che deve iniziare. Siamo nel campo del tempo, come per lo shao yang eravamo in quello dello spazio.
Vi è la connotazione di futuro, di avanti nel tempo che deve venire. Lo jue yin è l'anello di raccordo dei processo creativo e ri-creativo, che connette ciò che è stato con ciò che deve essere
E' il servitore, colui che agisce per gli altri, che fa da tramite.
E' legato a movimenti energetici profondi, interiori di creatività, fantasia, sogno. Lo yin si muove all'interno e si proietta nel futuro.
L'aspetto shou (fuoco) caratterizza il temperamento artistico, da sognatore, la sensibilità, la creatività "astratta". Se non si realizza si possono avere reazioni di compressione con collere e irritabilità o fughe dalla realtà con sincopi e mancamenti
La componente zu (legno) favorisce una tipología espansiva, dinamica, progettuale L'aspetto di mediazione può prevalere, con una personalità succube, servite, strisciante. Diventano persone che non combattono le proprie battaglie ma sono arrendevoli e accomodanti, che non riescono ad esteriorizzare e a "fiorire".
Lo jue yin è interessato nei processi che devono compiersi e terminare, come nella menopausa o nelle mestruazioni o nella gravidanza. Regola la sessualità da un punto di vista genitale, nelle sue componenti cicliche e temporali.
Trattamento- nodo - radice 1 F - 18VC
Shu lo - 3F - 6MC
ELEMENTI BIBLIOGRAFICI
l. G. Andrés: Les troís yin et les trois yang, Rev. Franc D'Acupuncture, 38, 1984.
2 E. Rochat De La vallèe C. Larre - Huangdí NeiJíng Suwen, (traduzione e commento ai primi 11 capitoli), 1994, Jaca Book, Milano.
3. E. Rochat De La Vallèe, C. Larre: Huangdí NeíJing Lingshu, (traduzione e commento al capitolo ottavo), 1994, Jaca Book, Milano.
4 I Veith: Nei Ching, 1976, edizioni Mediterranee, Roma.
5, Wu Jing Nuan: Ling shu the spiritual pivot, University of Hawai press, 1993 Honolulu
3 livelli yang: visceri cavi
• Tai yang - grande yang:
• Intestino Tenue-Vescica
• Shao yang - piccolo yang:
• Triplo Riscaldatore-Vescicola Biliare
• Yang ming - yang luminoso
• Intestino Crasso-Stomaco
• 3 livelli yin: organi pieni
• Tai yin - grande yin:
• Polmone-MilzaPancreas
• Jue yin - fine dello yin:
• Pericardio-Fegato
• Shao yin: piccolo yin
• Cuore-Rene
• Per ogni livello un organo toracico accoppiato ad un organo addominale
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